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30 novembre 2010


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Sono sempre i più meglio che se ne vanno

E come finisce Maestro questo film?
Perchè ogni film finisce, anche il più bello. La genialità è trovare il modo di chiudere con un guizzo, con un colpo di scena senza però essere mai banali.
Mario Monicelli lo sapeva e ce l'ha insegnato. Era un grande regista. Un grande uomo. Un grande umanista, perchè i suoi film ci hanno raccontato la nostra umanità e spesso la nostra disumanità.
Mario Monicelli aveva il coraggio di saper guardare e il pregio di non aver paura delle parole, di alcune parole. E aveva lucidità. La lucidità. Quella che ti fa invocare la rivoluzione a 95 anni. Quella che ti impedisce la rassegnazione a 95 anni.
Si, Mario Monicelli è un grande regista, ed un grande sceneggiatore. Uno che sa quando far finire un film. Il suo film.
Noi di questa armata Brancaleone sappiamo che sono sempre i più meglio che se ne vanno.
Titoli di coda.
Fine.
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18 novembre 2010


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Quando ti arresto un boss

La notizia è la presa di un noto latitante: Antonio Iovine, detto "O' Ninno", del clan dei Casalesi.

A me due cose sono venute in mente.
La prima è una canzone neomelodica napoletana di Gianni Celeste dal titolo "Nu Latitante"
...nu latitante nun tene cchiu niente
luntano rr'o bbene a nascuse da gente
lurtimo amico a deventa importante... (*)

La seconda sono le strane coincidenze.
Il capo della camorra era in fuga dalla giustizia da circa quindici anni ed era tra le priorità investigative nell'azione di contrasto alla criminalità organizzato.
Si trovava in un covo di Casal di Principe, nella quinta traversa di via Cavour, in casa di un uomo considerato adesso un suo fiancheggiatore. Iovine si nascondeva in una intercapedine ricavata in una villetta appartenente alla famiglia di Marco Borrata, 43 anni. (**)

Per la serie: dove lo cerchiamo un latitante di spicco della camorra del clan dei Casalesi di Casal di Principe? E quando lo catturiamo?

Per un pubblico la notizia di un arresto clamoroso si basa su un fatto.
Per un pubblico la notizia di una polemica nata da un monologo si basa su parole. Anche se quelle parole sono il frutto di accertamenti di fatti.
Un fatto batte le parole.
Poi ci si tende la mano e il pubblico non capisce più chi è il buono e chi è il buono diffamato.

Io da cittadina gioisco di un arresto, plaudo al lavoro delle forze dell'Ordine, seguito a sperare nella lotta alla Camorra e provo a continuare a pensare con la mia testa.
E provo a chiedermi: cosa avrà da ghignare un latitante comorrista che presta la faccia ai flash mentre attraversa la folla di cameramen, fotografi e curiosi, stretto tra gli agenti?

(*) http://www.lyricsmania.com/nu_latitante_lyrics_gianni_celeste.html
(**) http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/17/news/antonio_iovine-9224416/?ref=HREA-1
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15 novembre 2010


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Dice che dice... Bhooo

Dice che c'è crisi. C'è grossa crisi.
Dice che così non si va lontano. E si dice che le elezioni siano vicine.
Dice che è meglio dimettersi, per aprire un nuovo corso.
Dice che è successo un miracolo, il miracolo di (a) Milano. Dice che da qui si deve passare per capire il Paese.
Dice che il Pd ha perso le elezioni, le elezioni primarie.
Dice che Bersani ha guadagnato la prima serata.
Dice che il governo ha perso la propria maggioranza.
Dice che il Cavaliere è dimezzato.
Dice che Bossi resta, almeno per ora.
Dice che lo Stato deve garantire che davvero la legge sia uguale per tutti. Chi lo dice? Fini.
Dice che tira un vento nuovo.
Dice che stasera comunque piove. E quindi: "governo, ladro!"
Dice che questo Paese è fatto ancora di brava gente.
Dice che la tv aveva spento le coscienze.
Dice che la tv sta riaccendendo le coscienze.
Dice che quella gente davanti alla tv ha cambiato canale. Chi l'ha detto? L'auditel.
I punti di share domattina ci diranno dove andrà questa nazione, dopo che un "uccellino" ci aveva già annunciato la vittoria di Pisapia.
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8 novembre 2010


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Siamo tutti una grande famiglia

Sarà l'età che avanza, saranno le amiche d'infanzia munite di pancioni e nuovi piancini impegnate a mettere su famiglia e prole nuove di zecca, saranno le polemiche del prima, ma mi è presa una certa curiosità per la seconda Conferenza nazionale sul tema della famiglia.
La notizia vecchia è che il Presidente Berlusconi non ha aperto la conferenza perchè dopo gli ultimi (ennesimi) scandali legati alla frequentazioni di giovani donnine, che certo non avevano l'aria di educande, né ambizioni da future mammine tutte casa, figli e pappine, qualcuno ha pensato che non fosse la persona giusta.
A questo punto all'interno del Governo si è fatto “ambarabàciccìcocò” e si è deciso di mandare un'altra eminenza grigia: Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Politiche per la famiglia. E chi meglio di lui?
Sarà per questo che dice: “la famiglia e' vitale e resta un riferimento essenziale in un momento di incertezza”. Bravo!
E poi: “La legge 40 viene contestata da chi in nome del desiderio di genitorialità ritiene lecito e possibile ricorrere all'acquisto dei fattori della riproduzione procurandosi sul mercato materiale genetico in vendita e trovando terze persone che si prestano o a dare l'utero in affitto o donatori che possano dar vita all'embrione. Scienza e biotecnologie - aggiunge - possono togliere ai figli il diritto di nascere all'interno di una comunità d'amore con identità certa paterna e materna”. Ehh?!
E ancora: "La rottura della diga costituita dalla legge 40 aprirebbe la porta a inquietanti scenari, tornando a un vero e proprio Far West della provetta dove fin dal primo momento il concetto costituzionale di famiglia andrebbe irrimediabilmente perduto". Ahhhhh...

Quindi se io non potessi avere figli sarebbe meglio mettermi l'animo in pace, perchè il mio desiderio di genitorialità potrebbe far di me, e della mia ipotetica futura famiglia, un mostro. Nel caso, se decidessi di adottare un bambino sarei comunque vista come “costruttrice di scenari inquietanti” o meriterei una qualche forma di approvazione per amare come mio un figlio che, biologicamente, mio non è? Un po' come capitò a San Giuseppe.

Ma ad una conferenza si sa, parlano in molti. E allora ecco Maurizio Sacconi, ministro del Walfare, che da persona pratica parla di reali e concreti aiuti alla famiglia. Alla famiglia naturale.
Allora mi sono chiesta che cos'è un famiglia naturale e per fortuna con un linguaggio semplice e moderno è lo stesso Sacconi che mi ha chiarito il concetto: “Aiuti solo agli sposi che procreano”.
Devo ammetterlo, sono confusa, ma forse non dovrei dal momento che lo stesso Sacconi ha poi detto: “Senza nulla togliere al rispetto che meritano tutte le relazioni affettive che però riguardano una dimensione privatistica”.
Ora sono più tranquilla. A certificare una famiglia naturale basta un certificato di nozze.
Ma anche no! Perchè è lo stesso Sacconi a smentirsi, forse perchè era stato “frainteso”.

Eppure io devo essere sincera, sono d'accordo con la Carfagna quando dice che a questo convegno le è mancato Berlusconi. Naturalmente abbiamo motivazioni diverse. Le sue: "Mi dispiace molto che il Presidente non sia venuto, mi dispiace soprattutto che qualcuno gli abbia chiesto di non venire e gli abbia impedito di raccontare quello che il Governo ha fatto per le famiglie italiane e quali sono gli obiettivi che questo Governo si prefigge per sostenerle". E a chi le ricorda che il Presidente non c'è per lo scandalo delle escort lei aggiunge: “Io non ci credo!”
Magari un giorno dovremmo darle ragione. Quelle ragazze non sono escort, ma possibili futuri Ministri delle Pari opportunità.

Si, Berlusconi mi è mancato. A certe dichiarazioni quasi preferisco le barzellette.
 

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