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25 gennaio 2011


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Non sono una signora, ma una cosiddetta. Così dicono.

E il bue alzò il telefono per dare del cornuto all'asino.

Perchè proprio non ci si crede, cosidetta signora mia!

Perchè uno riesce a vedere il postribolo telivisivo nello studio dell'altro senza far caso a ciò che succede a casa propria!

E quasi preferivo i festini, le serate di andirivieni fuori e dentro la villa. Quelle sere non c'era il tempo di guardare la tv. Adesso il tempo c'è, ma è solo quello per alzare la cornetta e provare a fare dei monologhi infarciti di insulti, di difesa delle sue donne, senza nemmeno provare a spiegarci i suoi comportamenti, le sue ragioni. Per quelle il luogo deputato non sarebbe, comunque una trasmissione televisiva.

Cosiddetta signora mia, ho capito che se non sono assessore regionale è perchè non sono madre lingua inglese. Cos'è che fa la differenza: la madre o la lingua?

Cosiddetta signora mia, però che sconforto. Qualcuno riesce almeno a vedere una ricostruzione della realtà lontano dal vero. Io ho paura che nessuno ci fornirà una ricostruzione del vero vicino alla relatà.

Cosiddetta signora mia, sapesse come mi spaventa questo nuovo linguaggio della politica. Quello delle battute di spirito, quello delle provocazioni, quello delle ingiurie e dei proclami da ovazione. Il linguaggio che serve a non dire nulla. Nessuno parla più di res publica, di cose che hanno a che fare con il bene comune. La lingua è diventata violenta.

E' un peccato, cosiddetta signora mia. Oggi alle donne buone si preferiscono le buone donne. O cosiddette.

Signora mia!


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19 gennaio 2011


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Tutte ad Arcore

Se proprio c'è bisogno di fare iniezioni io proporrei infermiere vere.
E se proprio c'erano delle persone al posto giusto, erano quelle fanciulle in divisa che giocavano con le manette a quelle feste. Le manette scattavano ai polsi degli invitati e degli invitanti?
La realtà non sempre supera la fantasia, ma la fantasia a volte si fa beffe della realtà.
Le donne in divisa, quelle vere, si indignano. Sono le sole?
Al signorotto piacciono le fanciulle. Sembra che ne vorrebbe sempre di più, come un ingordo ad un banchetto di portate piccanti. E allora diamogliene di più.
Partecipiamo tutte al festino. Mamme, nonne, giovani donne, mature o non mature. Portiamoci dietro le studentesse e persino le adolescenti, quelle che aspirano a fare le veline. Facciamolo per capire, per farle capire e per farci capire. O semplicemente per farci aprire. Aprire le porte di casa.
Andiamo lì con i nostri contratti part time, a progetto, a tempo determinato. Andiamo lì con le nostre rate del mutuo, con il leasing della macchina, con le bollette da pagare. Tutte, a nostro modo, bisognose di un aiuto o di un bonifico.
Andiamo lì a piedi, o con le nostre macchine. Senza autisti, né direttori, né manager e talent-scout.
Andiamo lì con le nostre storie, le storie normali di chi lavora, sgobba, studia, cresce e sogna.
Andiamo lì con i tacchi, le scarpe da ginnastica, il trucco sfatto e persino con le tette piccole.
Andiamo lì con un cervello. Un cervello che funziona, pensa e critica.
Andiamo lì con l'indignazione che dovrebbe contraddistinguerci e renderci come le altre donne, quelle che fuori da questo paese non capiscono questa anomalia.

Andiamo lì e facciamogli il nostro festino. E già che ci siamo, chiediamogli di dimettersi.
Nel caso dovesse accontentarci allora potremmo festeggiare anche noi; nel caso non dovesse farlo magari potremmo comunque spiegargli che le donne non sono tutte uguali e che c'è una netta differenza tra noi e le sue donnine.
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13 gennaio 2011


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Impedito a metà

Giudichi il giudice.
Guardi l'agenda, cerchi di venire incontro a chi lavora tanto, tanto, tanto, ma lasciamo che la legge resti uguale (quasi) per tutti, ovvero uguale a chi non si può dire impedito.
E come si fa? Bocciamo il comma 4, ma mettiamo delle postille al comma 3. Cioè?
Cioè la Consulta avrebbe bocciato la certificazione di Palazzo Chigi sull'impedimento e l'obbligo per il giudice di rinviare l'udienza fino a sei mesi, dichiarando illegittimo il comma 4 dell'art.1 della legge 51 del 2010. Però è stato modificato il comma 3, rispetto al quale la Corte sarebbe intervenuta con una pronuncia 'additiva' , prevedendo che "il giudice, su richiesta di parte, quando ricorrono le ipotesi di cui ai commi precedenti, rinvia il processo ad altra udienza".
Come dire: "oggi puoi? domani? ahò ma che c'hai da fà?! E va bene il viaggio diplomatico all'estero con l'amico tuo presidente, ma quella riunione nel transatlantico mi sembra un pò una baggianata! Facciamo che dopodomani ci vediamo in tribunale!"
Certo che questi giudici (in parte) comunisti sono lì, che in un modo o nell'altro ti aspettano al varco. Non mollano! E scommettiamo che ci sentiremo dire che proprio il giorno di quell'udienza il Paese avrebbe avuto bisogno di un impegno concreto, dell'approvazione di quella certa legge, o di quella certa discussione che ci avrebbe portato fuori dalla crisi, che ci avrebbe fatto accelerare nello sviluppo, che ci avrebbe fatto uscire dall'empasse e dallo stallo in cui siamo da mesi?!
Per fortuna il governo non è in pericolo e certo non risentirà di questa decisione. E comunque c'è la televisione per spiegare quanto la magistratura sia la patologia italiana. Bisogna solo decidere chi sarà la spalla migliore per il nostro vessato Presidente del Consiglio tra Vespa, Vinci e Signorini. Vediamo chi ha il picco di auditel più alto e la scia di saliva più lunga!
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12 gennaio 2011


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Il tempo dell'attesa

Sto aspettando.
Aspetto la decisione della Consulta sul legittimo impedimento.
Aspetto il risultato del referendum di Mirafiori.
Aspetto di sapere dove va la Fiat e se avrà una marcia in più o farà una brusca retromarcia.
Aspetto di capire quanto ci metterà l'Italia a diventare come la Tunisia. Intanto in Sicilia hanno già la stessa temperatura.
Aspetto le nuove rivelazioni di Wikileaks e gli elenchi completi dei ricconi che hanno portato i soldi in Svizzera.
Aspetto i saldi ribassati per andare a comprarmi dei capi di cachmere.
Aspetto di andare a votare i prossimi referendum, sperando di non dover esprimermi attraverso il televoto in una trasmissione di Signorini.
Aspetto la fine del Berlusconismo.
Aspetto che il PD prenda una posizione.
Aspetto che la sinistra abbia un vero leader.
Aspetto la fine della crisi.
Aspetto l'inizio della ripresa.
Aspetto l'uomo nero perché non è arrivato il principe azzurro.
Aspetto la giusta ispirazione.

Aspetto e spero.
 

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