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28 marzo 2011


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Tv verità! E magari finti terremoti

In Giappone, dopo il terremoto, ricostruiscono un'autostrada in 6 giorni. Le foto del prima e dopo fanno il giro del mondo e il governo giapponese si scusa per il disagio di quei 6 giorni. 
in Italia si impallidisce e si invidia il popolo giapponese, sarà colpa delle macerie dei nostri terremoti o delle nostre autostrade incomplete anche quando non è colpa di un cataclisma. 
Poi accendiamo la tv e guardiamo "Forum" e scopriamo che non abbiamo motivi per essere indignati.

"L'Aquila è ricostruita... Ci sono case con giardini e garage... La vita è ricominciata... chi si lamenta lo fa per mangiare e dormire gratis... Per questo dobbiamo ringraziamo il presidente Silvio Berlusconi..."
Un miracolo italiano!
E a raccontarci il miracolo è Marina Villa, 50 anni, terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa. A Forum Marina ci va per una causa di separazione dal marito Gualtiero. E dal terremoto in una coppia al terremoto vero e proprio il passo è breve.
Eppure sono contenta di sapere da lei che: "hanno riaperto tutti l'attività. I giovani stanno tornando. Durante il terremoto sembrava la fine del mondo, non riuscivo a capire se era la guerra, la casa girava. Si sono staccati i termosifoni dal muro. Ora invece è tutto a posto e vorrei ringraziare il presidente e il governo perché non ci hanno fatto mancare niente..." 
E già. Tutto bene quel che finisce bene! E tra le notizie orrende degli ultimi giorni dal Giappone, alla Libia al collasso di Lampedusa, finalmente un raggio di sole. A l'Aquila ci si lamenta ancora, ma per fortuna la tv ci racconta anche ciò che c'è di positivo e che altri non ci dicono perché le storie positive non fanno notizia.
Per fortuna che Forum c'è! E Rita Dalla Chiesa diventa la paladina della mia tv verità. Perché quello che passa in tv è vero. Nessuno di noi ne ha il minimo dubbio. Perché essere presi in giro dalla tv sarebbe assurdo!

Poi c'è la rete. E Marina non è dell'Aquila, non è commerciante e il vero marito è a casa a Popoli. Allora Marina racconta: "Ma che vogliono questi aquilani? Ma lo sanno tutti che è una trasmissione finta. Mi hanno dato 300 euro. Come agli altri attori. Anche Gualtiero, che nella puntata interpretava mio marito, recitava. Lui è un infermiere di Ortona. Hanno scelto un altro abruzzese per via del dialetto. Gli autori mi hanno chiesto di interpretare quel ruolo. Mi hanno spiegato loro quello che avrei dovuto dire."

E adesso a chi credo?! 
Io mi immedesimo in un'Assurda casalinga, amica alla casalinga di Voghera, e credo alla tv, perché ho sentito parlare di "tv verità", ma mai di "internet verità".
O no?
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23 marzo 2011


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La guera è guerra

Giochiamo a fare la guerra!
Noi ci mettiamo le basi, voi ci mettete gli aerei. Noi non ci mettiamo le bombe e ci diciamo addolorati.
Qualcuno ci metterà dei barconi carichi di disperati.
Noi non sapremo accoglierli. Per questo non vorremo metterci le coste, ma rischiamo di rimetterci un'isola.
Facciamo che ci si siede tutti intorno a un tavolo e si prendono decisioni comuni. E prima o poi un accordo lo si trova.
Facciamo che il comando non lo diamo ad uno noto, ma alla NATO.
Facciamo che prendiamo un dizionario e cerchiamo tutti i sinonimi di guerra. Facciamo che usiamo quelli dinanzi alla stampa.
Qualcuno potrebbe obiettare che chi si è detto amico del nemico per poi diventare amico dei non amici, farebbe meglio a tacere. E' un peccato essere stati troppo buoni con tutti.
Ma giochiamo a fare la guerra!
La guerra è una cosa seria. E allora il nano che accolse il clown lampadato e che oggi sembra sempre più un fenomeno da baraccone, cede il posto al ministro delle difesa e al ministro degli esteri.
Edoardo Bennato cantava: "... la guerra è una cosa seria, buffoni e burattini non la faranno mai..."
Non so voi, ma secondo me c'è qualcosa che andrebbe rivisto e corretto.
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17 marzo 2011


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Viva l'Italia! E poveri noi...

Viva l'Italia. L'Italia che ancor prima di nascere era considerata Giovine e sognata come una repubblica democratica.
Poveri noi, che oggi non parliamo più di Giovine Italia, ma di giovani, tanto giovani da essere minorenni.

Viva l'Italia. L'Italia dei Mille. Volontari per la maggior parte Lombardi, Veneti, Liguri.
Poveri noi, che all'esecuzione dell'inno nazionale siamo costretti a vedere gli uomini di governo, gli uomini della Lega, magari Lombardi, Veneti, Liguri, ad abbandonare le aule del potere per andare a bere un caffè.
E no, grazie. Il  caffè mi rende nervoso.

Viva l'Italia. L'Italia delle donne del Risorgimento: Anita Garibaldi, Cristina Trivulzio di Belgiojoso, Antonietta De Pace, Olimpia Rossi Savio, Tonina Masanello in Mariniello, Maria Clotilde di Savoia.
Donne che si vestivano da uomo per partecipare all’impresa dei Mille, scendevano in piazza durante le Cinque giornate di Milano, aprivano le porte dei loro salotti per accogliere i pensatori e permettere ai patrioti di organizzare piani di liberazione.
Poveri noi, che dobbiamo leggere le varie dichiarazioni di Ruby Rubacuori, Iris Berardi, Elisa Toti, Sara Tommasi, Noemi Letizia, Barbara Fagioli, che infilatesi in alcuni salotti rischiano di essere il solo buon motivo per mandare a casa il dragone.

Viva l'Italia e quegli uomini che scrissero la Costituzione, legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano.
Poveri noi, che abbiamo questi uomini che vogliono mettere mano e riscrivere la nostra Costituzione.

Viva l'Italia. L'Italia dove l'unità è nata prima nei discorsi e negli incontri degli uomini di cultura.
Poveri noi, che vediamo fare a pezzi i luoghi dove nasce la cultura e dove il nostro patrimonio è custodito.

Viva l'Italia. L'Italia che aveva chiuso con la Prima Repubblica.
Poveri noi, costretti a vivere nella seconda.

Viva l'Italia. L'Italia di 150 anni fa.
Poveri noi se ce ne ricordiamo solo oggi.

Viva l'Italia, perché sono del sud, vivo al nord e mi piace uno del centro.

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10 marzo 2011


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La storia di Oney

Silvia (www.passarins.com) ieri è volata da Yoyarta a Singapore.
La sua festa della donna l'ha passata in volo con accanto una sconosciuta: Oney.

Oney ha 35 anni è indonesiana e lavora a Singapore da quasi 10 anni come aiutante domestica presso una famiglia. Parla inglese e ha uno sguardo che la racconta. Non molti indonesiani viaggiano. Sopportare il costo di un biglietto aereo non è sempre così accessibile soprattutto per chi vive con poche rupie al giorno.
Oney racconta a Silvia che torna in Indonesia almeno una volta l'anno, ma questa volta è un viaggio speciale, che cambierà per sempre la sua vita. Ha promesso ai suoi genitori che tra un anno sposerà un uomo, l'uomo che la famiglia ha scelto per lei. Nel raccontarsi aggiunge "Se potessi scegliere, non farei questo passo, ma sento di non poter avere scelta e devo fa felice mia madre e mio padre. Ho 35 anni, lavoro lontano da casa e sono una diversa per loro e la mia religione"
Silvia allora le ha chiesto cosa avrebbe potuto fare per lei e Oney ha risposto: "Mi basta che tu sia il mio orecchio".

Ci sono storie che hanno solo bisogno di essere raccontate.
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8 marzo 2011


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Questa festa è una tragedia

La giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. 

In questa data, secondo una diffusa credenza, vi sarebbe stato l'incendio in una fabbrica di New York nel quale morirono 129 operaie donne. In realtà  l'incendio della fabbrica di Triangle avvenne il 25 marzo del 1911.
In Italia fu l'UDI, Unione Donne Italiane, a prendere l’iniziativa di celebrare l’8 marzo a partire dal 1945.

Poi ci furono le grandi rivendicazioni e le grandi battaglie con grandi vittorie.
Poi ci fu l'uguaglianza raggiunta e mai arrivata, per cui gli stipendi delle donne sono sempre più bassi di quelli degli uomini e i posti di vertice occupati sono sempre pochi.
Poi ci furono e ci sono quelle che "io non festeggio la festa delle donne perché non dobbiamo essere festeggiate un solo giorno l'anno", poi ci furono e ci sono quelle che "io festeggio perché almeno ci festeggiano un giorno all'anno". 
Poi ci sono state  e ci sono ancora (?!) quelle che "io vado in discoteca con le amiche e mi godo uno spogliarello maschile senza il fidanzato", poi ci sono quelle che "che palle sta festa delle donne in giro con le amiche che vogliono vedere uno spogliarello maschile".  
Poi ci sono quelle che "stiamo diventando peggio degli uomini perdendo di vista il nostro ruolo di donne, madri, mogli", poi ci sono quelle che "stiamo diventando peggio degli uomini che ci vorrebbero solo nel nostro ruolo di madri e mogli".
Poi ci sono quelle che "non uso il mio corpo perché ho un cervello" e quelle che "uso il mio corpo perché non ho un cervello" e poi quelle che "uso il mio corpo perché ho un cervello". 
Poi ci sono quelle che vorranno delle mimose e quelle che non vorranno delle mimose. Poi ci sono quelle che riceveranno delle mimose e quelle che non riceveranno delle mimose.
Poi ci sono quelle del "se non festeggiamo ora, quando?" e quelle del "se non l'abbiamo fatto sino ad oggi perché ora?"
Poi ci sono le vecchie puttane e le nuove escort e quelle che tra queste restano normali, disorientate, smarrite, amareggiate, indignate. 
Poi ci sono quelle di cui si è parlato e quelle di cui non si parla mai.
Poi ci sono le sante. Poi ci sono le stronze. La donna in carriera e la casalinga. Quella che domani sarà scavalcata da un tacco più alto e che dopo domani scavalcherà con un tacco ancora più alto e quella che continuerà ad indossare scarpe da ginnastica.

Poi ci siamo noi, perché sempre di noi si tratta.
Noi che dovremmo ricordare che la giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.
Una festa. Questa è la tragedia.
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7 marzo 2011


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Operazione faccia nuova

Ci vuole una gran bella faccia per essere il Presidente del Consiglio dopo quello che è successo!
Detto, fatto. 
Silvio Berlusconi si è sottoposto ad un intervento maxillo-facciale con trapianto osseo per ripristinare la mandibola dopo essere stato colpito da una copia del duomo di Milano in miniatura nel dicembre del 2009. 
A tirare la statuetta fu Tartaglia che all'epoca sembra aver pensato: "per colpire un uomo piccolo, ci vuole un duomo... in scala ridotta."
Dispiaciuti allora per il gesto, tiriamo un sospiro di sollievo adesso che apprendiamo che finalmente il nostro premier, che ha sempre messo l'interesse degli italiani e del suo paese davanti ai suoi,  abbia trovato il tempo per sottoporsi a delle cure adeguate.
Adesso ci auguriamo di vedere presto la sua nuova faccia.
Con quella vecchia ci diceva che Ruby era la nipote di Mubarak e che ad Arcore con le giovani ancelle si intratteneva solo per innocenti cene. 
Ora apprendiamo che l'intervento era necessario per ripristinare l'anatomia e la funzionalità masticatoria gravemente compromessa. 
Le cene innocenti saranno state a base di brodino caldo. 
Come conviene alla dieta di una persona anziana. E di giovani fanciulle.
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2 marzo 2011


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Telefono (a) casa

L'utente da lei chiamato potrebbe essere spento o irraggiungibile.
Peggio: l'utente da lei chiamato è inesistente.
Obama se ne farà una ragione. La Merkel ripiegherà su un altro capo di governo europeo.
Gheddafi in questo momento ha altro a cui pensare.
Masi è preoccupato.
Parecchi sms resteranno senza risposta.

Gli italiani possiedono un telefonino e mezzo a testa. Praticamente tutti hanno un cellulare. O quasi.
Poi c'è un uomo che ha deciso di abbassare le media e l'altezza, in questo caso, non c'entra nulla.
Un uomo ha deciso di vivere senza cellulare.
Sarebbe potuto essere una sorta di ritorno al passato, ma non è così.
Non l'ha fatto per la preoccupazione dopo essersi imbattuto nell'ennesima ricerca che avverte circa i danni causati dall'eccessivo utilizzo di un cellulare.
Non l'ha fatto per non perdersi tra le mille trappole delle varie tariffe telefoniche.
L'ha fatto per non essere intercettato. 
"Dovete sapere che il presidente del consiglio non ha alcun tipo di telefonino, perché è esposto a qualsiasi tipo di intercettazione". Lo ha detto lui stesso parlando in terza persona.
Come se l'unico modo per non cadere in conversazioni equivoche non fosse scegliere con cura le persone a cui chiamare, ma eliminare il mezzo. Per questo si elimina il telefonino.

Adesso bisogna trovare altri modi per comunicare. Un'idea sarebbe il passaparola, un'altra i piccioni viaggiatori, i segnali di fumo, andare in giro a cercare delle cabine telefoniche credendo di essere superman. In caso di affari molto privati si pensava di ricorrere al linguaggio farfallino. Per comunicare alle grandi masse, invece, si potrebbe ricorrere a continui proclami attraverso giornali e tv, ma l'idea non sembra originale e la strada è stata già ampiamente battuta. Il linguaggio dei fiori sembra essere destinato solo se si vuole far colpo su una bella donna. Il linguaggio gestuale sarà adottato nelle manifestazioni ufficiali e in caso di foto di gruppo. Una cosa ci si augura: sarebbe meglio astenersi dai pizzini.
 

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