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29 aprile 2011


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Evviva gli sposi!

C'era una volta una coppia di sposi. Lui era un principe, lei una ricca plebea.
Si erano conosciuti all'università. Lei aveva sfilato mezza nuda ad una festa, ma per beneficenza.
Poi l'amore, poi l'allontanamento e nel frattempo lei se ne restava buona senza correre tra le braccia del fratello, del padre, dello zio... Del resto il principe mica si chiama Ridge?
Poi il ritorno di fiamma. La benedizione della famiglia di lui, l'anello di fidanzamento che fu della madre.
Questa favola sembra essere meglio di quella precedente, finita in tragedia e con seconde nozze del padre dello sposo.
Qui sembra addirittura che gli sposi abbiano potuto scegliere un paio di invitati da far venire alle nozze.
Poi c'è Pel di Carote come testimone di lui, in una divisa più bella dello sposo e con più capelli. Il tempo cambia le cose.
Poi c'è (una) Pippa come damigella. Ma come damigella non se l'è cavata male e stretta in quel vestito bianco, tutti lì a guardarle... l'abbottonatura sul retro.
C'è la sposa emozionata, in abito bianco, semplice e con uno strascico contenuto. Composta e regale.
Capelli sciolti sotto il velo.
La regina in giallo. Raggio di sole in una giornata uggiosa.
Vuoi tu... in ricchezza e in povertà... Le formule sono di rito, ma le nuove spose non obbediscono in tutto e per tutto.
Elton John stona mentre canta in chiesa. Il marito gliene canterà 4 dopo la cerimonia.
Poi ci sono le donne e le loro teste non coronate ma cappellate. E per alcune è davvero il caso di dire: "ma cosa ti sei messa in testa?!" Margherite pacchiane, nocche che sembrano corni di stani animali, piume, falde larghe e punte dritti calate sulla fronte, piccoli, grossi, di mezze misure senza mezze misure, cappelli indossati come sculture astratte.
Poi l'anello che non voleva entrare, la carrozza, il corteo, la folla, la pioggia che grazia e grazie a Dio non cade, la corsa sotto al balcone dinanzi a Buckingham Palace per il "BACIO, BACIO, BACIO"
Il principe non cerca più moglie. A questo punto l'ha trovata. Anche se di Venere e di Marte non ci si sposa e non si parte.
Ma i matrimoni (di venerdì) costano meno. E qui, due conti era il caso di farli...
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26 aprile 2011


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Voglio più bene a mio cugino che a Bossi

Sarebbe finita con un pareggio, se il confronto fosse stato solo sull'altezza dei tacchi, perché almeno lì Sarkozy non è riuscito a superare Berlusconi.
Per il resto è stato proprio Silvio Berlusconi a superare sé stesso, come in un'ennesima barzelletta.
E' andata così: e Silvio disse: "la Francia ha ricevuto più di 50 mila migranti, l'Italia una media di 10 mila, per cui vorrei attestare che lo sforzo della Francia è stato di 5 volte superiore a quello dell'Italia", eppure ci invitavano tanto ad essere arrabbiati con i cugini d'oltralpe, che abbiamo accettato anche di rinunciare al briè.
Poi Silvio aggiunse: "Nessuno di noi vuole negare e abolire l'accordo di Schengen, ma in circostanze eccezionali crediamo debbano esserci variazioni a cui abbiamo deciso di lavorare insieme", eppure quelli della Lega sono diventati verde di rabbia in questi giorni, annunciando volontà secessioniste non solo all'interno dell'Italia, ma dall'Europa.
E quindi Silvio disse: "Abbiamo anche parlato della cooperazione economica. Io sono convinto che l’economia e la concorrenza debba essere libera... la Francia ha fatto interventi su imprese italiane. In Francia l’industria è più forte... Dobbiamo guardare ai fenomeni che il mercato ci propone, creare gruppi internazionali (franco italiani e italo francesi) che possano star bene nella competizione globale"
Praticamente noi cediamo: Stefano Accorsi, Carla Bruni, la Gioconda e la Parmalat.
Loro promettono la ricetta del fuagrà e del patè.
E intanto insieme scrivono una lettera a Barroso, ma sembra che Berlusconi avrebbe voluto chiuderla scrivendo: "Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto. Scusa per il paragone tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offendere."
Ma Sarkò, indispettito pare abbia detto: "Parla per te!!"
I due leader si sono salutati e alla fine del vertice il Presidente del consiglio italiano ha assicurato: "Sarkozy è il mio migliore amico!"
Ora è certo: nel giro di poche settimane bombarderemo la Francia!
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24 aprile 2011


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Chi attacca la Costituzione?


"Qui si contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione..."
La frase è stata detta dopo giorni difficili. Difficili per la nostra Costituzione che costantemente, ormai, viene attaccata, offesa, svilita, ma, che per adesso, per fortuna, resta ancora immutata.
La frase è stata detta da Carlo Giovanardi, esponente di questo governo.
E adesso proviamo a fare un gioco: mettiamoli in fila questi ultimi attacchi e proviamo ad indovinare cosa ha fatto infuriare il politico tanto attaccato alla Carta.

a) Remigio Ceroni, deputato del Pdl, ha presentato a Montecitorio una proposta di legge per modificare l'articolo 1 della Costituzione.
L'articolo che adesso, e da 63 anni, recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione", secondo Ceroni dovrebbe essere modificato in: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare".
"La modifica", dice Ceroni, "diminuirà le troppo ingerenze sull'attività legislativa e restituirà centralità al Parlamento rispetto a magistratura, Consulta e alla presidenza della Repubblica."

b) Il capogruppo di Iniziativa Responsabile Luciano Sardelli ha presentato alla Camera una proposta di legge costituzionale per inserire nella Carta la "sfiducia costruttiva". Il testo, composto da un solo articolo, mira a modificare l'articolo 94 della Costituzione, e  prevede che il presidente del Consiglio possa cessare dalla carica se il Parlamento, in seduta comune, approva "una mozione di sfiducia motivata, contenente l'indicazione del successore, con votazione per appello nominale a maggioranza dei suoi componenti".

c) Raffaello Vignali, deputato del Pdl, propone di abrogare il potere della Corte Costituzionale di bocciare le leggi, quando queste vanno contro la Carta. Secondo questo progetto di legge, nel momento in cui dovesse essere approvata una legge che viola i principi scritti nella Costituzione, la Consulta dovrebbe limitarsi a segnalarlo al Parlamento affinché, con l'aiuto del governo, provveda alla modifica della legge nel senso indicato.
Quello che si chiede di modificare è l'articolo 136, cancellando il potere di controllo della Corte Costituzionale.

d) L'Ikea, colosso svedese, fa e vende mobili e per farlo crea anche campagne pubblicitarie. Nell'ultima ci sono due uomini ritratti di schiena, mano nella mano. Il claim recita: "Siamo aperti a tutte le famiglie".

Ricapitolando: Giovanardi lamenta "Qui si contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione..."
L'indignazione è stata causata dall'opzione a,b,c oppure d?
E a questo punto, lasciatemelo dire, anch'io mi indigno!!
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22 aprile 2011


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Via Lassini delle liste! Anzi no...

Milan l'è sempre un gran Milan.
E il Pdl qui sembra una grande famiglia. Si, quella di "Parenti serpenti" di Mario Monicelli.
Donna Letizia si ri-candida a sindaco di Milano. A qualcuno può fra piacere a qualcun altro no. E parliamo della sua stessa coalizione. 
Parte la campagna elettorale, manifesti a destra e a manca. Donna Letizia in ogni salsa: spazzina, operaia, assistente degli anziani, vicina ai giovani, ai giovanissimi, in versione verde, come pulitrice di muri sporcati dai graffiti, tra le forze dell'ordine, tra i lavoratori, progettista. Milano ne è tappezzata. 
Eppure qualche spazio libero resta ancora. Da qualche parte spunta la faccia di Pisapia, o il faccione di Palmieri. E poi qualcuno vede rosso!! Saranno i comunisti? No! Proprio il contrario! 
E' una trovata (pubblicitaria) di Roberto Lassini, candidato nelle liste del Pdl per le elezioni comunali di Milano, che, ispirandosi alle parole del nostro Presidente del consiglio, fa fare dei manifesti rossi con la scritta: "Via Le BR dalle procure".
Apriti cielo! Per quei manifesti rossi tutti diventano incazzati neri! Il Pd insorge (c'è anche il Pd?), Il Presidente Napolitano stigmatizza i manifesti, Donna Letizia strepita: "O lui o me!"
Chi resta in silenzio è il Presidente del consiglio, copyright ed ispiratore dei manifesti.
Lassini fa un passo indietro e scrive a Napolitano scusandosi e annunciando la propria "rinuncia irrevocabile" alla candidatura alle comunali di Milano. Poi fa una giravolta: "rinuncio (solo) alla campagna elettorale", poi la fa un'altra volta: "se mi candidano non mi dimetto".
Il silenzio di Silvio Berlusconi diventa solidarietà espressa telefonicamente (ma non aveva rinunciato al cellulare?). Il quotidiano "Il Giornale" lancia la campagna "Io voto Moratti e Lassini", la Santanché (Santa chè?) diventa attivista del partito salva Roberto (Lassini, appunto). A fare da groupie anche Tiziana Maiolo, anti-giudici da sempre e nemica di Donna Letizia.
E Donna Letizia che fa? Per adesso resta incompatibile con Lassini, ma compatibile con Silvio Berlusconi, che si impegnerà in prima persona nel rush finale della campagna elettorale. Perché Milano è la cartina di tornasole. Qui si misurano gli umori del Paese. Oppure la coesione del Pdl.
Del resto se uno dei problemi di Silvio Berlusconi sono state le escort, il suo partito, il Pdl a Milano, non poteva che essere un "casino".
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19 aprile 2011


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Eravamo tre amici al bar...

Con quella bocca potrebbe dire qualsiasi cosa...
Eh no! proprio qualsiasi no!
"Io non portavo le escort ad Arcore!" E infatti qualcuno potrebbe obiettare che lei le recuperava nelle questure quando qualcuna di loro faceva qualche marachella. Che poi essendo minorenni la parola marachella ci sta.
Certo, prova a invitarli ad una festa adesso. Prova a metterli insieme e lasciali soli. Un incontro di wrestling sarebbe più noioso. Persino le azzuffate tra la Mussolini e la Carfagna potrebbero essere viste come un tè delle 5 del pomeriggio con i pasticcini, passato a parlar di vecchi merletti.
Perchè qui si sputa arsenico, parole avvelenate e finisce che si prendono a pesci in faccia.
Non si dicono certe cose quando si parla di una signora. Ma quale signora? Ognuno si sceglie l'avvocato che vuole!
Abbi Fede! E proprio lui non ci sta!! E l'igenista dentale diventò, per qualcuno, una malata mentale! Tutta colpa dell'assonanza.
Così a Fede è venuto un diavolo per capello e allora è sbottato: "Questa non è più roba da avvocati. È tutto gran lavoro per gli psichiatri. E' assurdo che qualcuno si difenda dicendo cose non vere. Nessuno dice che sono stato io a portarla. Il presidente del Consiglio mi ha autorizzato a dire pubblicamente che io non ho mai portato 'sta ragazza a casa sua. Le pare che io spenderei a cuor leggero la parola del presidente?"
Ahhhh bhè, quindi la verità non è ciò che è accaduto realmente e ciò che vorremmo scoprire, ma solo ciò che qualcuno autorizza a dire. Fidiamoci sulla parola! Che poi, oltre alla parola del presidente, è la parola della Minetti contro quella di Fede che per smarcarsi dalle accuse dice altre parole sempre d'accusa, non tanto contro la Minetti ma contro Lele Mora, agente delle dive, fallito qualche giorno fa, ora esperto di pesca: "Il pesce, anzi la Pesce in questo caso, di solito butta l'amo. E oggi Emilio Fede ha abboccato".
Naturalmente sono già arrivate le smentite e la Minetti ci tiene a sottolinearlo: "non accuso nè Emilio Fede nè Lele Mora".
Ma voi provate a immaginarli chiusi nella stessa stanza e ditemi che cosa vi viene in mente...
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15 aprile 2011


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Restiamo Umani

"Restiamo umani!"
Umani, dinanzi al disumano.
Umani, dinanzi alla morte. Dinanzi ad una morte assurda, atroce.
Umani, dinanzi a mani violente, vili.
Umani, dinanzi ai conflitti che non riusciamo a capire.
Umani, dinanzi ai conflitti che non riusciamo a condividere.
Umani, dinanzi alla rabbia. Le rabbia per chi non sa essere umano.
Umani, dinanzi a ciò che oggi accade. A ciò che accede vicino e a ciò che accade lontano.
Umani, dinanzi alla paura di non riuscire più ad esserlo.
Umani, dinanzi e oltre una giornata come questa.
Umani, dinanzi agli altri.
Umani, soprattutto quando si arriva a pensare che restare umani sia Utopia.
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13 aprile 2011


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Ti lascio una dichiarazione

Questo è il governo del fare.
Del fare dichiarazioni ad effetto. Che poi fanno un brutto effetto. A me, ad esempio, provocano mal di pancia, mi fan prudere le mani, mi mettono in imbarazzo, mi generano un sussulto, mi procurano sconforto. Insomma mi colpiscono, come uno schiaffo in faccia, un pugno allo stomaco, un cazzotto nei denti.

Roberto Maroni, ministro degli interni: "Mi chiedo se ha senso rimanere nell'Unione europea. Meglio soli che male accompagnati."
Usciva dalla riunione svoltasi a Lussemburgo sull'emergenza migranti.

Roberto Castelli, viceministro delle infrastrutture: "Le violenze degli immigrati, che potrebbero diventare milioni nel corso del tempo, potrebbero obbligare le autorità ad usare le armi...Bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora".
Era ospite della trasmissione di Radio2 "un Giorno da Pecora".


Renzo Bossi, consigliere regionale in Lombardia, esponente della Lega Nord: "Non l’ho mai nascosto, ma dopo aver visitato la Sicilia e Napoli mi sono reso conto ancora di più che il Sud fa parte di me e della mia storia".
L'affermazione arriva dopo un viaggio al sud raccontato alla rivista "Diva e donna".

Gabriella Carlucci, deputata del Pdl, insieme ad altri 18, chiede, attraverso una proposta di legge, l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta "sull'imparzialità dei libri di testo scolastici".
I testi scolastici di storia, a loro dire, nasconderebbero "tentativi subdoli di indottrinamento" per "plagiare" le giovani generazioni "a fini elettorali" dando "una visione ufficiale della storia e dell'attualità asservita a una parte politica", il centrosinistra, "contro la parte politica che ne è antagonista", ossia il centrodestra.

Angelino Alfano, ministro della Giustizia: "I processi penali a rischio» per effetto del processo breve sono «lo 0,2 per cento".
Lo dice in aula a Montecitorio, durante la seduta per il processo breve.

Un fiume di parole che finirà per travolgerci. E tra queste parole finiremo per annegare, un pò come succede nella cacca.
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11 aprile 2011


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L'opposto e il contrario

Non so com'è successo, ma la gogna è diventata un illustre palcoscenico, pagare una prostituta è diventato regalare dei soldi ad una povera ragazza per aiutarla a non prostituirsi, essere processato significa poter pensare di riformare la giustizia, andare in un'aula di tribunale per una causa in cui si è imputati basta per passare per martire e/o eroe e vivere una mattinata da normale cittadino diventa una giornata surreale.
Di questo passo mi aspetto che prossimamente si dirà: "bassezza metà bellezza!" 
O anche: i panini al salame erano per i fan vegetariani; Mills si è corrotto pagandosi da solo; compro una casa a Lampedusa per sentirmi un lampedusano, dopo aver comprato una casa a l'Aquila per sentirmi aquilano; l'unica cosa che voleva fare da grande Ruby era l'estetista; Gheddafi è sempre stato un buon amico, quasi come un ottimo tiranno; sono un signore ricco che cerca di salvare il Paese da incidenti diplomatici.
Se l'avessero accusato di furto e trovato con il bottino sono certa che si sarebbe giustificato dicendo: "rubo ai ricchi per dare ai poveri!"
Chi è pronto a credergli alzi la mano...
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5 aprile 2011


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Il conflitto dei credenti e dei creduloni

Eh già! Siamo un Paese senza troppi problemi per cui di tempo ne abbiamo per sollevare dubbi di attribuzione e correre al televoto!
Per questo sembra legittimo invocare davanti alla Corte Costituzionale un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
Per questo si può chiedere di trasferire il processo "Rubygate" al Tribunale dei ministri, perché la concussione, ovvero uno dei reati contestati a Silvio Berlusconi sarebbe di natura ministeriale.
L'attribuzione, quindi, non è un affare di Stato, ma l'affare di Stato. 
Per questo non c'è un posto libero al governo, tutti col dito ben allenato, tutti pronti a fare il proprio dovere. Oggi.
Per 12 voti l'aula della Camera approva.
E' come dire che tutta la maggioranza creda al fatto che il nostro Premier abbia davvero pensato che una minorenne invitata a cena a casa sua, e fermata poi per furto, fosse davvero la nipote di Mubarak. 
Tutta la maggioranza pensa: "perché no?! sai mai le strane coincidenze della vita?!"
Ma il buonsenso? Sacrificato in nome della buona fede?
Il buonsenso in certi casi diventa una tipica espressione da comunisti. 
Ed è come dire che la maggioranza creda che ci siano ancora i comunisti!
Di questo passo questa stessa maggioranza proverà a farci credere anche che crede che: a Napoli non ci sia più la spazzatura per strada, che all'Aquila tutti vivono in case con il giardino e il garage senza più macerie, che Forum sia una trasmissione seria, che Berlusconi andrà a vivere nella sua casa di Lampedusa, che i migranti in fuga dalla Tunisia e dalla Libia non arrivino più sulle nostre coste e che il nucleare sia la scelta più sicura e pulita per la produzione di energia.

E pensare che, una volta, chi voleva farci credere che gli asini volassero, era additato come un pazzo...
Era prima del 1994.
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1 aprile 2011


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Se questo è (un) onorevole

Seduta lunga per il processo breve. 
Lunga e tumultuosa, che persino quelli della guerra dei Roses avevano fatto meno cocci rotti.
Prima si è tentato un colpo di mano, ma non basterà un colpo di spugna per ripulire questo schifo finito a colpi di giornali e lanci di tesserini.
In un mercoledì di gita a prendere il sole a Lampedusa e a cercar di diventare un lampedusano promettendo di cacciare lo straniero comprando casa per diventare un concittadino, a Roma gli amici del sultano provavano a sovvertir il normale ordine delle cose o almeno dei lavori alla Camera cercando di approvare subito il processo breve. Ma il processo di approvazione richiede tempo e nervi saldi. 
L'opposizione grida: "Vergogna, vergogna", Fini cerca di farsi garante, La Russa lo manda a fare... proprio quello, senza mezzi termini. La seduta viene sospesa e si accendono le polemiche dentro e fuori dal palazzo della politica.
Dicono che la notte porti consiglio, ma non è vero, non alla Camera. E se il giorno prima piovevano monetine sulla maggioranza accusata di essersi venduta al presidente caimano, il giovedì piovono giornali sulla testa di Fini. A lui dovremmo chiedere se fanno più male le parole dette (gli insulti di La Russa il giorno prima) o quelle scritte (e stampate) su un quotidiano del giorno dopo. 
Anche il ministro Alfano si improvvisa tiratore scelto e scaglia il suo tesserino raccolto da Di Pietro. 
Intanto La Russa stabilisce un primato: sarà il primo ministro ad avere sanzioni disciplinari. Si difenderà dicendo che la miglior Difesa è l'attacco (verbale)?
Poi ci sono i problemi procedurali e allora va messo a verbale che verbalmente la verbalizzazione non è stata verbalizzata correttamente. Il verbale va riscritto o lo scritto va riverbalizzato.
Intanto il Pdl grida a Fini: "Dimissioni!". L'Italia dei Valori grida ad Alfano: "Dimissioni!". Il Pd grida a La Russa: "Dimissioni!". Bossi grida. Ed anche il suo verbale risulta scorretto. Davanti alla Camera tutti gridano: "Dimissioni!" Se se ne andassero tutti, non sarebbe una cattiva idea.
Il leader dell'Udc prende la parola e dice: "a fare Casini basto io!".
La Lega invoca responsabilità: "Oggi il Paese ci guarda. Era L'altro giorno che le telecamere erano a Lampedusa".
Berlusconi dà i numeri: "se prima eravamo in 10 a ballare l'alligalli, dalla prossima settimana saremo in 330 a ballare l'alligalli".
La seduta si scalda ancora quando si chiede che ognuno applauda solo con le proprie mani e quando Ileana Argentin, deputata del Pd, fa notare: "Voi sapete che non posso applaudire e che per farlo mi servono le mani di qualcun altro", qualcuno urla: "Falla stare zitta, quell'handicappata del cazzo!"
Il Pdl allora chiede ufficialmente alla Camera di rinviare l'esame del processo breve a martedì, giustificandosi: "Per oggi abbiamo finito gli insulti."
Alla fine la conferenza dei capigruppo stabilisce che l'esame del processo breve slitta in coda agli altri provvedimenti. Ovvero la prossima volta si parlerà prima degli interventi per i piccoli comuni, della legge comunitaria e della modifica del bilancio e solo dopo ci si mette i guantoni e ci si prende a botte.
In sintesi: ci è toccato vedere tutto questo schifo per non concludere (per fortuna) nulla. 
Complimenti vivissimi.
 

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