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20 dicembre 2012


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Non è la fine del mondo?!

Nell'armadio ho un vestito e delle scarpe che non ho ancora mai messe. Sono la fine del mondo. Quasi quasi metto tutto domani, se non fosse che il meteo dà temperature prossime allo zero e il vestito è smanicato e le scarpe dal tacco alto non sono sicure in caso di marciapiedi umidi. Allora niente fine del mondo. Anche perché, a pensarci bene, non ho nemmeno ancora fatto paracadutismo, non ho ancora sentito il Papa chiedere scusa ai gay, visto il Giappone, indossare un abito da sposa, mettere al mondo un figlio, adottarne uno a distanza, preparare da sola gli struffoli, votare per delle elezioni in cui non fosse candidato Silvio Berlusconi, comprarmi una motocicletta, andare ad un concerto dei Rolling Stones, imparare ad andare sui trampoli, dopo aver provato il tacco 14, prendere un gatto vincendo l'allergia, mettere a posto casa, scrivere un libro per non lettori, suonare uno strumento musicale muto, imparare a disegnare, smettere di mangiare le unghie definitivamente, diventare più alta, finire di pagare il mutuo, portare mia madre in Egitto, vedere il Napoli vincere la Champions League, andare in un cinema a Pagani, far parte della giuria del World Press Photo, sbrinare il frigo, innaffiare le piante, suicidarmi su facebook, comprare un servizio di piatti da 8, ridipingere il soffitto del bagno, lavorare a maglia solo perché i miei fanno camicie, coltivare peperoni, farmi un toast con il mio nuovo toastapane, cucinare la salama da sugo che consevo gelosamente, scendere in campo.
Intanto mi sono portata avanti vincendo la lotteria senza giocare e facendo un elenco di cose che non ho ancora fatto. 
Per tutto il resto, domani è un altro giorno. Domani permettendo.


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12 dicembre 2012


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Stiamo calmi e nessuno si farà male

Arrivo in ritardo, sicuramente. Tutti hanno detto la loro. Io ho pensato e mi sono scoperta arrabbiata, ma non con chi pensate voi. Sono arrabbiata con il resto del mondo!
C'è chi si è strappato i capelli, chi ha rialzato la testa, chi si è dovuto piegare, c'è chi dovrà farlo in futuro. C'è chi parla di nuovo miracolo italiano, chi del solito incubo. C'è chi si sta sfregando le mani, c'è chi piange a dirotto, chi ride a crepapelle, c'è chi continua a chiedersi  come è stato possibile. C'è che si sente tornato indietro di 13 mesi, chi di 18 anni. C'è chi dice le solite facce, i soliti culi inchiodati alle poltrone. C'è chi diceva che la politica era finalmente cambiata e c'è chi pensa, invece, che non è cambiato proprio nulla. C'è chi non ha niente da dire e c'è chi non parla d'altro. C'è chi ha paura della profezia dei maya e c'è chi, ormai, la invoca a gran voce. C'è lo spread in salita, c'è la borsa in discesa. C'è il pericolo di contagio, il bubbone che può esplodere, c'è chi se ne fa una malattia. C'è chi non c'è più la destra e la sinistra, ma solo pro e anti. C'è che non c'è più la destra, ma non è certo colpa della sinistra. C'è chi non ne può già più, c'è chi non aspettava altro. C'è che questo è il nuovo che avanza e c'è che questo è il vecchio che torna.
C'è che siamo piccoli. C'è che non diventeremo mai grandi.
C'è chi conosce benissimo la differenza tra la serietà e i tentativi di pararsi il culo. C'è chi non conosce affatto la differenza tra la serietà e i tentativi di pararsi il culo. 
C'è chi è pronto a ricascarci e c'è chi non ci è mai cascato. C'è che siamo noi.
Ma l'Europa? Ma il resto del mondo? Perché ne parla? Perché vi dedica le prime pagine dei giornali? Perché con la notizia apre i propri notiziari? Perché non si fida di noi? Perché ha paura?
Io non ci sto a passare per stupida! Lo sappiamo bene: basterà semplicemente non votarlo. Si si, lo sappiamo bene: no, non votare, ma non votare lui e votare per altri.
Poi, però, per scaramanzia, ma solo per scaramanzia, ho tirato fuori le valigie.
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2 dicembre 2012


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Ballo, Ballo. Ballottaggio.

Questo ballottaggio non si doveva fare!
Eravamo andati così bene, avevamo fatto una così bella figura, eravamo stati così abbastanza pluralisti, ma non troppo perché troppo non è mai buono, la gente si era messa in file ordinate con i due 2 euro di spicci. 
C'era il giovane, il vecchio, la donna, il diverso (Tabacci) e Vendola. Lo scontro era stato serrato, ma leale. Altro che antipolitica, avevano gridato. 
Ci eravamo persino registrati su internet, avevamo stampato la nostra bella preregistrazionie e avevamo saltato la fila, di quelli in fila. Le prime pagine dei giornali il giorno dopo, l'attestato di buona politica anche da parte degli avversari, che primarie come quelle di sinistra se le sognano di notte. E ormai sono incubi. O miraggi. A seconda di come la vogliate vedere.
Ma non ci siamo fermati in tempo. Democrazia, vogliamo più democrazia! E troppa democrazia non (ci) fa mai bene. 
E' diventata una battaglia tra il vecchio navigato politicante, ex comunista, ex ministro, amico del centro, esperto di alleanze trasversali con quelli di là, questi di qua e quelli di su e quelli di giù, quello che ama i giovani e le nuove leve, ma mai rinunciare ai senior del partito, che poi sono amici anche quelli e l'esperienza ci vuole, l'esperienza serve sempre e che poi non vuoi ricandidare le solite facce, che non sempre c'hanno messo la faccia, ma che da sempre con il loro culo occupano la poltrona. 
E poi c'è il giovane, mi sono fatto da me, io ho il merito e sono il vento nuovo, faccio cose, vedo gente e mi incontro su social network e guido il camper e faccio il sindaco, e quanto sono bello e quanto sono bravo con la camicia sempre linda e pinta, bianca e immacolata e la battuta sempre pronta e la risposta sferzante e non voglio casino (e non voglio Casini) e la sinistra non deve stare a sinistra, ma anche un pò a destra, perché meglio la destra che il centro e meglio Gori che mi dice dove andare, che cosa fare, con chi governare che un D'Alema inciucione della bicamerale che fu, perché la sinistra, magari avesse fatto la sinistra e allora tanto vale ispirarsi ad Obama perché siamo figli di questa Italia, di quest'Italia un po' americana sempre meno contadini e sempre più figli di puttana. 
Si, giovani rampanti intraprendenti fanno passi da giganti, ma l'Italia è paesana, l'Italia ha sogni piccoli e dopo 20 anni di quello che c'è stato come Stato, come si fa a voler cambiare se il nuovo ci ricorda il passato non troppo passato, che non vuole passare e che continua a riproporsi? La memoria spesso è corta, ma quando ce la ricordiamo ci fa paura e allora il vecchio navigato ci sembra il nuovo, la garanzia che il futuro sappia di un passato diverso.

Questo ballottaggio non si doveva fare!
Non si doveva fare perché ci vuole poco a capire che l'Italia è sempre l'Italia, che la politica è sempre politica, che la democrazia va rispettata quando si vuole più democrazia e non la si costringe a chiedere una giustifica per saltare regole già scritte, già approvate, già stabilite, ma molto probabilmente sbagliate. Non si dovrebbe chiedere agli altri di partecipare, partecipare sempre, ma solo se domenica scorsa c'eri e se non c'eri chissà dov'eri e perché non c'eri e non mi basta sapere che ti è morto il gatto, ti si è rotta la macchina, eri in viaggio di lavoro, che poi non c'è il lavoro, e la fila era troppo lunga e dovevo portare fuori il cane, la ragazza al cinema, l'amante a cena e andare a pranzo dalla suocera che abita fuori città.

Questo ballottaggio non si doveva fare!
Non si doveva fare perché io non ho ancora deciso chi votare e chissà se riuscirò a farlo e allora magari non ci vado o magari ci vado e chiedo se si può avere un PierMatteo, se posso mettere la croce sul signor Rensani, se posso evitare di scegliere di non votare destra o sinistra, ma stare al centro dello stesso partito. 
E forse sarà una vigliaccata, ma se loro avessero avuto coraggio la questione l'avrebbero risolta senza ballottaggio, ma con un duello.
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7 novembre 2012


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Da Obama a Obama (direttamente da New York)

Dal nostro inviato a New York:

Today is The Day: election day. 
Si decide chi governa gli USA e un po' anche il mondo, per non farsi mancare nulla.

Scambio due chiacchiere mattutine con la nostra ospite, giovane alternativa web designer di brooklyn che, ovviamente, sostiene Obama anche in modo attivo: oggi per alcuni amercani è day off, non vanno al lavoro per l'election day (così si fa!) e lei va a fare volontariato ai seggi. Mi dice che si saprà qualcosa per le 10 di sera americane, che la tensione c'è ma non c'è quell'entusiasmo di 4 anni fa.

Saluto e mi tuffo nel cuore della Grande Mela: a parte qualche fila a qualche seggio aperto e la pista del Rockfeller Center trasformata in Democracy Plaza dalla NBC (con super sponsor della Microsoft... vabbè...) sembra un giorno come un altro: la Grande Mela sembra troppo occupata a spassarsela per pensare al Presidente, se poi si considera che quasi il 50% degli americani non vota alle presidenziali...

In Times Square, tempio dei megaschermi, c'è una bella bandierona americana che campeggia in led e un bel po' di schermi che riportano le info e, dalle 7 pm, gli spogli parziali: non ci capisco niente, ma all'inizio non sembra messa bene per il caro Barack, aka mister Obama.

Scappo da Times Square, in cui c'è solo casino e gente intenta a farsi foto invece che leggere quello che succede nella scenografia, e mi catapulto nel Queens, quartiere residenziale da working class, upper però. Mi infilo in un pub, ci saranno 10 schermi, 2 sulle presidenziali, altri su sport e tv show stupidi (e violenti). L'audio, però, è solo quello delle presidenziali. E' già qualcosa. Obama recupera terreno, pareggia... cacchio devo andare. In un'ora di metro resto isolato, incrocio solo un pro obamiano, scuro in volto, anche se bianco. Arrivo a casa e i ragazzi sono sul divano: chiedo subito aggiornamenti e pare che ormai manchi poco alla vittoria di Obama! 5 minuti e arriva l'annuncio: l'Ohio ha capitolato, vittoria!

E questo è tutto... si resta seduti sul divano, soddisfatti, un po' più tranquilli per lo scampato pericolo, ma sembra che non ci sia tanto da festeggiare. Di che colore sarà domani New York? (Antonio Giordano)

Poi Obama ha parlato: "Il meglio deve ancora venire!" Io, fossi in voi, mi guarderei intorno, sperando di (ri)conoscerlo!
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10 ottobre 2012


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Il medico della mutua

Dottore, se il martedì fai visite in studio fino alle ore 19, questo vuol dire che alle 19:01 puoi spegnere il computer, toglierti il camice, lavarti le mani, spegnere le luci, metterti la giacca e andare a casa, ma se io arrivo alle 18:58, scapicollandomi con la bicicletta, dribblando le auto e sfrecciando tra i tubi di scappamento e miracolosamente arrivare da te viva, perché evidentemente non ce l'ho fatta ad uscire prima dal lavoro, devo trovarti ancora lì e allora, poi, potrai anche magari imprecare contro la mia persona perché è possibile che io possa farti fare leggermente tardi, ma invece se non ti trovo, perché a questo punto, molto più evidentemente, hai approfittato del fatto che non devi timbrare un cartellino e te ne vai prima del dovuto, allora sono io che impreco contro la tua persona, soprattutto perché con la coda dell'occhio mi sembra di averti riconosciuto sulla tua moto mentre guardavi il portone del tuo studio sul quale io era ferma, e allora, la prossima volta che ci vedremo, quando te lo farò notare e quando tu ti azzarderai a rispondere, con tono anche un pò sprezzante, che tanto io dovrei essere abituata a ben peggio, viste le mie origini terrone e visto lo stato della sanità in terre terrone, allora io mi sentirò autorizzata a mandarti a quel paese, in maniera piuttosto sprezzate, e anzi prima faccio una telefonatina al mio medico del sud, che ancora oggi posso chiamare in piena notte, in caso di bisogno, perché sono sicura che, se non risponde lui, risponde la moglie, che dopo 30 anni di vita coniugale è diventata pure meglio del marito, così a mandarti a quel paese, in maniera anche piuttosto sprezzante, saremo in due, anzi in tre: io, il mio medico terrone e sua moglie.
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5 ottobre 2012


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Regole (per le) primarie.

Regole per votare alle primarie del Pd:
- Devi svegliarti. Nel senso che devi svegliarti al mattino, ma anche sul tardi, l'ora puoi sceglierla tu, perchè per svegliarsi non si intende propriamente un risveglio della coscienza politica e civile, ma nemmeno il risveglio del corpo come in primavera. Insomma, basta dimostrare che si è vivi, perché da morti non si può votare. Almeno finché gli zombi non faranno comodo.
- Per votare devi scegliere tre settimane prima che voterai. Gli elettori dell'ultima ora non piacciono e nemmeno quelli indecisi su cosa sia la destra e la sinistra. Tanto, ormai, è tutto uguale!
- Devi recarti in un ufficio ad hoc, ma non ai gazebo. Per l'uffcio ad hoc seguire il seguente percorso: seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino.
- Ci si può registrare anche di domenica, ma solo nei giorni dispari, negli orari pari e in fila per sei con il resto di due.
- La registrazione prevede la firma per il Manifesto per l'Italia, una liberatoria per la privacy, un'enciclopedia a fascicoli, un servizio di pentole complete di coperchi, bottiglie di vino rosso e bianco. Si potrà pagare tutto con un comodo contrassegno. La gita da Padre Pio sarà facoltativa, perché, cavolo, quelli di sinistra sono stati pur sempre comunisti!
- Ci sarà, poi, il doppio turno, a cui potranno votare quelli in doppio petto, con il doppio mento, con il gemello doppio e con le doppie punte.
- Chi è rimasto a casa per il primo turno, senza recarsi a votare, ci resti anche per il secondo e magari anche per le elzioni vere e proprie. Anche, e magari soprattutto, se si vota per noi, cioè per loro, cioè per tutti. Sai mai che poi qualcuno vinca e gli tocchi pure governare!
- Si dovrà anche sottoscrivere una dichiarazione in cui si dica che si è votato a sinistra, si vota a sinistra e si voterà a sinistra pur essendo ambidestri e comunque con la clausula di averlo fatto a propria insaputa. O almeno fino al prossimo cambio di idee.
- Il giorno effettivo delle votazioni si dovrà apporre la propria scelta su in foglietto, poi si dovrà fare una giravolta, farla un'altra volta, guarda in su, guarda in giù ed espatria in un altro paese che, più o meno, vuoi tu.

Il regolamento con le nuove modifiche statutarie e le nuove regole di accesso per la partecipazione di candidati del PD dovrà essere, adesso, approvato. Qualora questo non dovesse accadere si potrà sempre ricorrere al regolamento di scorta:
- La prima regola è che non si parla del Fight Club.
- La seconda regola è che non si deve parlare del Fight Club.
- Niente scarpe, niente camicia.
- Combattono soltanto due persone alla volta.
- Il combattimento finisce quando uno dei due dice basta, o è troppo spompato, o si accascia a terra.
- Se è la vostra prima volta al Pd dovete votare, ma anche no.

Che vinca il migliore! O il meno peggio?
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3 ottobre 2012


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Vandali altolocati

C'è un tizio che si mette a bucare le gomme di un auto di un disabile, perchè, dopo aver parcheggiato la sua auto nei posti assegnati proprio ai disabili (che poi, che brutta la parola disabile), il disabile aveva chiamato i vigili urbani e questi ultimi avevano invitato il tizio a spostare l'auto. 
Uno sente il fatto e pensa: ma tu guarda che cafone, che gentaglia, che incivile, che vandalo, che bullo, che testa di c...
Poi scopri che quel cafone, quella gentaglia, quell'incivile, quel vandalo, quel bullo, quella testa di c... è il presidente dell'Aler di Lecco (Azienda lombarda per l'edilizia residenziale), tale Antonio Piazza e che fa parte della cricca del Pdl (ma fosse stato di un altro partito, non avrebbe fatto differenza) e che quella macchina è una jaguar. 

Ora ve ne racconto un'altra: qualche sera fa me ne andavo al cinema in bicicletta, ad un certo punto una macchina (una mini che ha preso gli anabolizzanti ed è cresciuta) mi blocca il passaggio. Ero in una strada che sbuca in Via Dante, pieno centro a Milano, zona d'uffici e case per niente popolari. Scende una donna bionda (avrà avuto poco più della mia età, quindi più di 30) vestita da dea (abito bianco, capelli raccolti e tacco stratosferico), si muove con grazia, mentre brandisce delle chiavi. Si avvicina alla macchina che le sta di fianco, perfettamente parcheggiata nelle strisce gialle fuori dal cancello da cui era venuta fuori la mini (che ha preso gli anabolizzanti ed è cresciuta) e comincia a strisciare l'auto con le chiavi. Lunghe linee a violare la vernice lungo tutta la carrozzeria. Movimenti rapidi, decisi, chirurgici, come se nella vita, la bionda, non facesse altro. A me è scappato un epiteto: "Stronza!" mentre cercavo di fermarla e farle notare che la macchina che stava rigando era persino parcheggiata in maniera corretta. Niente, la bionda mi ha guardato dall'alto in basso (saranno stati i tacchi) lamentandosi del fatto che secondo lei quella macchina parcheggiata lì (nelle strisce gialle) metteva a rischio la sua manovra d'uscita e magari metteva a rischio la sua carrozzeria (quella della mini che ha preso gli anabolizzanti ed è cresciuta). Lo sfregio aveva l'intento intimidatorio preventivo e se non mi stava bene: pazienza! La bionda, con fare strafottente è risalita sulla sua auto mentre io mi appuntavo la sua targa da lasciare sul parabrezza dell'auto sfreggiata.

I due fatti mi indignano, anche più degli atti vandalici fatti dai cafoni, dalla gentaglia, dagli incivili, dai bulli, dalle teste di c... E sapete perché? Perché non c'è differenza tra questi e quegli altri, presidente dell'Aler, politici, biondone con l'attico in centro, il vestito firmato e il tacco stratosferico. Ognuno pensa di poter fare come cavolo gli pare, pensando di essere al sicuro per una sorta di diritto all'impunità, quell'impunità che per qualcuno arriva dal non sentirsi nessuno e per qualche altro arriva proprio dal sentirsi qualcuno.
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25 settembre 2012


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(A Renà) Non esageriamo!

I politici esagerano, si sa.
Esagerano nel non volersi tagliare le indennità.
Esagerano nell'aumentarsi gli stipendi.
Esagerano nel tempo in cui occupano i posti delle istituzioni.
Esagerano nel fare e dire cose a loro insaputa.
Esagerano nei festini e nelle cene eleganti.
Esagerano nell'essere fraintesi.
Esagerano nell'usare le auto blu, gli inviti gratis, gli sconti multipli, le agevolazioni agevolate, i prezzi di favore, il favore di alcuni prezzi.
Esagerano nel fare vacanze, di su, di già, al mare, in montagna, in Italia, all'estero, in barca, in yatch, negli alberghi, nei residance, nelle ville.
Esagerano nel giustificarsi.
Esagerano nel non voler giustificarsi.
Esagerano quando rubano.
Ed esagerano quando ci pigliano per il culo.
Perciò, a Renà, oggi quei tuoi manifesti in cui ci avvisi a gran voce che questa gente la mandi a casa tu, perché ora fai pulizia, sai dove te li devi appendere?! Con rispetto parlando, naturalmente.
No, ma solo perché è giusto ricordarti che questa era la TUA giunta, non la mia.


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4 settembre 2012


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Tutti quanti dobbiamo morire

L'ultima volta che ho visto mio nonno è stato in un ospedale e lui mi disse: "Io non voglio spegnermi. Io voglio morire".
Mio nonno non era un cardinale, non era un radicale e non era nemmeno un padre stanco di vedere una figlia non vivere.
Dopo qualche giorno morì d'infarto. Non era in ospedale per problemi di cuore. A me piace pensare che lui sia stato in grado di decidere come andarsene, quando era giunto il momento di farlo. La sua malattia lo avrebbe spento e lui, invece, voleva morire.
Già, mio nonno non era un cardinale, non era un radicale e non era nemmeno un padre stanco di vedere una figlia non vivere. Era solo una persona di buon senso. Era un contadino con il senso delle stagioni che passano.
Io vorrei morire così, scegliendo di poterlo fare. Io vorrei morire come una persona di buon senso. Io non vorrei morire come Piergiorgio Welby, ma vorrei morire come il Cardinal Martini. Che poi sono morti nello stesso modo, ma il Cardinal Martini ha avuto il silenzio e il rispetto che la morte si merita e ha avuto un funerale, un funerale bellissimo. Un funerale con il Capo del Consiglio, il Sindaco, il Presidente della regione, i prelati, quelli di rosso vestiti, quelli importanti a ricordarlo. Ma non è per questo che vorrei morire come il Cardinal Martini. Non è per il funerale, ma per le persone che gli volevano bene, che lo conoscevano e che non lo conoscevano, ma che ci si riconoscevano, che si riconoscevano in quella Chiesa che poteva essere vicina e sensata e più giusta, che lui provava ad essere. Quella che parlava di divorziati, di contraccezione, di fine vita, di procreazione assistita, di realtà, delle cose in cui viviamo tutti i santi giorni. Quella che parlava ai laici. E proprio perché ho avuto la sensazione che il Cardinal Martini avesse parlato anche con me, io ai suoi funerali ci sono andata e in piazza Duomo ho viste persone che mi somigliavano e a cui somigliavo e mi sono sentita più umana. E nonostante il Capo del Consiglio, il Sindaco, il Presidente della regione, i prelati, quelli di rosso vestiti, quelli importanti, quello sarebbe potuto essere il funerale di un radicale, di una figlia lasciata andare per troppo amore, di mio nonno, perchè era solo il funerale di una persona di buon senso. Ed io voglio morire così. Da laica, l'unica preghiera che ho è quella di lasciarmelo fare. Esattamente come l'avete lasciato fare ad un uomo di Chiesa.
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8 agosto 2012


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Tutti i post che non vi ho scritto

Sono senza parole da diversi giorni. Assurdo. Assurda.
Capita. Eppure avrei potuto scrivere. Le idee sono arrivate, le notizie anche, ma le parole passavano, scivolavano via. Pazienza.

Avrei potuto parlare dell'altalena dello spread, oggi su domani giù, dopodomani chissà. Ma la verità è che lo spread è qualcosa che non capisco,  come gli uomini che sono più donne delle donne, come le auto che ti fanno traffico davanti in tangenziale e che poi spariscono, come i temporali d'estate che esplodono d'improvviso anche se fino a cinque minuti prima nemmeno c'erano le nubi.

Avrei potuto parlare delle parole di Draghi, che trainano l'economia, come le favolette raccontate prima di addormentarsi, come le pacche sulla spalla quando ci si impegna in qualcosa, come le braccia tese a cui appoggiarsi mentre si è in caduta. Ma già la seconda volta non gli crede più nessuno.

Avrei potuto parlare delle Olimpiadi. Della regina Elisabetta che fa la Bond Girl, della Pellegrini che fa il fantasma di se stessa, di tutto il nuoto che fa acqua, delle donne del fioretto che mettono i brividi, degli uomini che le seguono a ruota, e gli sciabolatori che non deludono, e le carabine che sparano medaglie, di Bolt che è stato talmente veloce, ma talmente veloce che... chi l'ha visto?!

Avrei potuto parlare di ogni medaglia vinta e di ogni medaglia persa. Quella persa della Cagnotto per solo venti centesimi di punto, che poi che saranno mai venti centesimi di punto? Uno schizzo d'acqua zampillato fuori dal seminato? Quella della Ferrari, che arriva a pari merito con la terza, ma  il regolamento ti nega la medaglia di bronzo.

Avrei potuto parlare di Vendola, che si mette con Bersani, che vorrebbe stare con Casini, che lascia Di Pietro, che occhieggia Grillo, che sbraita contro l'ostentazione del nazionalismo attraverso lo sport all'ombra del Big Ben.

Avrei potuto parlare di Lele Mora. Dello stress da detenzione forzata, perché San Vittore non è il migliore albergo di San Vincent, dei chili persi perché il purè della mensa del penitenziario non è certo il caviale servito a bordo piscina al Billionaire. Che poi ha anche chiuso il Billionaire.

Avrei potuto parlare del doping e della delusione per Alex Schwazer. Poi ho visto la sua intervista, le sue lacrime, la sua sconfitta ed ho deciso che anche i grandi errori meritano rispetto, quando saranno seguiti dai (giusti) provvedimenti. E allora si può anche tacere.

Avrei potuto parlare del caldo. Di Annibale, di Scipione, di Caronte, di Minosse, di Ulisse, di Nerone. Ma sapete cosa? Io dico che è normale che in estate faccia caldo. Così caldo? A volte capita. E continuo a non sopportare i condizionatori. Figurarsi i condizionamenti!

Già, avrei potuto parlare di un sacco di cose, ma non l'ho fatto e non lo farò nemmeno nei prossimi giorni. Parto, stacco, vado, cammino. Mi prendo tempo, il mio tempo, un tempo lento. Proprio io che vado come un treno o come una lepre, quando rallento. Almeno così mi hanno detto. Stavolta no. E quando sarò stanca mi fermerò, perché è solo di me che dovrò occuparmi. E chissà cosa troverete nei prossimi giorni su questo blog. Forse nulla, perché sarebbe bello anche non avere l'ansia da connessione. O forse tracce e tappe del mio cammino, delle mie soste, aneddoti dei chilometri che macinerò. E qualsiasi cosa, forse, avrà ben poco a che fare con l'attualità, ma aiuterà la fantasia.

Buone vacanze a tutti!
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26 luglio 2012


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(Non) Parcheggio in Centro

Torneranno le auto. Proprio sul più bello. 
Proprio mentre magari ci si stava abituando. Proprio mentre le biciclette aumentavano. Proprio mentre l'aria è sempre quello che è, eppure migliore. Proprio mentre e vabbè, si faceva qualche passo in più, ma non ci faceva certo male. Proprio mentre ok, forse ci si può pensare senza la macchina, almeno dalle 7:30 alle 19:30. Proprio mentre io però continuo a lamentarmi, ma poi imparo ad accettare una direttiva che a tanti altri piace e che, diciamocela tutta, ci rende quasi più europei, perché gli europei sanno anche rinunciare all'automobile. Proprio mentre questo ci rendeva più cittadini e meno curatori del proprio orto, con la macchina parcheggiata in modo che il tubo di scappamento desse sull'orto del vicino, sempre più inquinato. Proprio mentre ti ricordavi di aver fatto proprio bene a votare a quei referendum comunali in cui ti si chiedeva: allora proviamo a far qualcosa per migliorare la qualità della vita, provando a diminuire anche le emissioni di PM10? o cose del genere... Proprio mentre fuori c'è il sole e fa caldo e andarsene in giro senza stare chiuso nell'abitacolo condizionato della tua vettura è quasi una sfida che ti viene voglia di raccogliere, che poi arriverà il freddo, la pioggia e gli ombrelli tristi. Proprio adesso che certi commercianti si lamentavano meno e capivano che le vendite in calo non è qualcosa che dipende dal mancato scarrozzamento, ma dai soldi che mancano perché c'è crisi. Proprio adesso che per quanto costa la benzina, signora mia, e con l'aggravante del ticket, sa cosa le dico? Valutiamo il car sharing, usiamo i pattini, il monopattino, gli autobus, il tram, la metropolitana, lo skateboard, il bike sharing. 
Proprio adesso torneranno le auto. Ma perché torneranno le auto? Il Consiglio di Stato accoglie l'istanza di un autorimessa del centro (Mediolanum Parking), ravvisando un pericolo per l'interesse economico dell'autorimessa. Interesse economico di un autorimessa. Le telecamere si spengono. A me piacerebbe che si accendessero i riflettori sulla polemica di chi, perdonatemi, pensa che gli interessi economici di un autorimessa sia davvero poca cosa, e non certo un motivo valido, per non fare l'interesse di quei cittadini che si sentivano meglio, e persino migliori, con l'aria C. 
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13 luglio 2012


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Tra lui (Berlusconi) e lei (Minetti) scegliere saprei

Ci sono cose assurde che non avrei mai creduto di poter fare e non sto parlando di buttarmi nuda nella fontana della piazza del paese, o corteggiare un calciatore con la porche, o lasciare il mio numero di telefono sui muri del bagno dell'Autogrill, o mettere le birkenstock con i calzini, farmi la cresta da punk, diventare vegana o rinunciare ai peperoni. No, parlo di qualcosa di molto più assurdo! Ovvero: solidarizzare con la Minetti! E giuro, non sono ubriaca, non sono drogata e non è nemmeno colpa degli extraterrestri!
Capita solo che quando Berlusconi decide di ricandidarsi (e nessuno dei suoi lo ferma) e decide di darsi una mano di pulitura (come se bastasse una leccata di bue), invitando Nicole Minetti a dimettersi da consigliere regionale in Lombardia, ecco che quasi viene normale sperare che qualcuno gli tenga testa. Chi? Perché non la Minetti? Ma ve lo immaginate? Sarebbe la prima volta che Nicole Minetti non ci sta. Il primo no urlato al signore e padrone. Ecco perché io mi associo ad Alessandro Capriccioli e alla sua iniziativa: un post al giorno per Nicole.
Vai Nicole, al grido di: "la poltrona è mia e me la gestisco io!" Che poi se la Santanchè, (santa ché?) si mette a sbraitare che è finito il tempo delle Minetti ho quasi paura di sapere che cosa ci attende dopo. Dopo che il bue disse cornuto all'asino.
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12 luglio 2012


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Minestra e finestra

Silvio Berlusconi potrebbe ricandidarsi come leader del Pdl. Il suo ritorno in campo (ne è mai uscito?) potrebbe essere definitivo, ma solo dopo l'estate. Evidentemente prima ha paura che gli si sciolga il cerone, che la panzetta si veda troppo, che la tintarella non ancora perfetta lo faccia sembrare più morto che vivo, che il medico non è ancora rientrato dalle ferie per qualche lifting di ripresa, che il vento gli spettini i capelli, che ci voglia ancora un po' di tempo per far sembrare questa minestra cucinata e non solo riscaldata. In ogni caso è una politica triste, quella politica che non riesce a trovare nuove alternative, non dico valide alternativa, ma almeno nuove anche se poi prova a prometterle. Poi vengono fuori i vecchi nomi, le solite strategia, la vecchia miopia. A destra, a sinistra, di sopra, di sotto, di lato. Persino il nuovo si scopre non così tanto nuovo da preferire gli stratagemmi di una politica che non si lascia scegliere, votare e giudicare. 
Il Pdl depone Alfano per rimettersi nelle mani di Silvio. Qualcuno persino riesce ancora a pensare che lui sia l'unico a poterci governare. Giuro, l'ho sentito ieri per radio! Il Pd non riesce nemmeno a capire come fare le primarie per candidare un nome ed una faccia come premier. Renzi piace più a destra che a sinistra o più a sinistra che a destra. Non l'ha capito nessuno. Grillo starnazza perché è lui l'unica cosa nuova in questo quadro e poi si attacca al porcellum. Il Movimento 5 Stelle non dice nulla se non attraverso la bocca del suo capo (comico). Casini non fa casini perché è troppo moderato. Di Pietro starnazza, Vendola non vuole correre senza l'Idv. Fini, Fini chi? Resta la Lega, perché non c'è mai fine al peggio. Poi ci sono i tecnici che non si ricandidano, così dicono, adesso. Poi vediamo quanto saranno tirati dalla giacchetta e chi tirerà più di altri. Montezemolo dice che arriverà come un treno, quindi in ritardo. Chi rimane? E che ne so? Mica sono una che può fare analisi politica? Mica sono l'opinionista di turno che proprio non può esprimere un'opinione? Poi certo, fatemi dire la mia: che tristezza, che desolazione. 
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29 giugno 2012


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La finale e la fine del boicottaggio

La democrazia resta in carcere, mentre i politici andranno in tribuna vip. 
Bella l'Italia in finale! Che fregatura l'Italia in finale! Che imbarazzo, questi europei.
Vuoi vedere che siamo finiti nella finale sbagliata? Perché ci sta tifare e gioire per una partita di calcio, per una nazionale su cui nessuno avrebbe scommesso, a parte Buffon dico. Del resto l'italiano è così: il calcio è religione. E' motivo di riscatto, anche quando il riscatto col calcio c'entra ben poco. E' memoria spesso corta e le vittorie puliscono molto di più dei colpi di spugna. E' la gioia che ci fa dimenticare della crisi, restando in crisi. E' lo specchio dei tempi, con squadre che diventano multirazziali, mentre nel quotidiano gli extracomunitari restano e diventano sempre più extracomunitari. E' la possibilità di cambiare velocemente idea, e considerare quegli undici giocatori undici coglioni durante il primo tempo e undici eroi nel secondo. Poi, la prossima partita si vedrà. E' l'occasione per combattere il razzismo, perché gli esaltati del calcio, persino quelli dei cori offensivi si ritrovano a gioire per la rete di un italiano, un italiano nero. E' il momento per mettere da parte le grandi battaglie ideologiche e non e l'idea del boicottaggio per tirare fuori la bandiera, chiamare gli amici, riempire il frigo di birra e ordinare le pizze. Del resto l'italiano è così: il calcio è religione. E sapete che vi dico: alla fine è anche giusto che sia così. Certo, per me, sarebbe meglio prendersi meno sul serio e provare a divertirsi, pensando che il calcio resta pur sempre solo un gioco. 
Quindi bella l'Italia in finale! Che fregatura l'Italia in finale! Che imbarazzo, questi europei. 
Che imbarazzo questi politici che per una partita di calcio corrono a Kiev per sedersi in tribuna vip. Mario Monti ci sarà, Mariano Rajoy ci sarà, il principe Felipe ci sarà. Magari Giorgio Napolitano ci torna.
A me, invece, sarebbe piaciuti pensarli in un pub, davanti ad una pizza, tutti a casa di Mario (Monti) con le birre fredde, magari a palazzo reale dal principe, chessò davanti ai fornelli di Rajoy a preparare tortilla spagnola, sul colle a far casino al Quirinale.
I giocatori ed i tifosi, forse, non devono cambiare il mondo. I politici dovrebbero migliorarlo. 
Chissà se alla Tymoshenko lasceranno, almeno, guardare la partita.
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27 giugno 2012


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Giorni di ferie

Oh, tutti gli anni la stessa storia! Tutti gli anni la stessa polemica: le ferie. E il problema a volte è la destinazione, altre volte il budget, altre volte la durata, stavolta è la partenza! La data entro la quale possiamo ritenerci liberi di fare la valigia, di spegnere il computer, di abbandonare la scrivania, l'ufficio, le camere, il parlamento. E sia ben chiaro che io fino al 12 - 13 di agosto non ho nessuna intenzione di lavorare! Io l'11 chiudo, che poi dopo è anche il mio compleanno ed io non ho mai lavorato il giorno del mio compleanno. No, io ho due settimane e ho voglia di godermele tutte, e non mi vedrete fino al 26 di agosto, che le ferie me l'hanno già firmate e non è voglia di fare un cavolo è semplicemente che le ferie sono un diritto ed io ci tengo ai diritti, che poi di me potete farne a meno, che tanto nessuno ci sarà in quei 15 giorni e che non mi schiero con Polillo e sull'idea di rinunciare ad una settimana di ferie per un punto di Pil, no, non mi convincerete! Ma poi rinunciassero loro ai loro stipendi e alle loro ferie, che ci stessero loro a lavoro fino al 12 - 13 di agosto e allora si che potrei decidere di fare ulteriori sacrifici anch'io, che mi diano il buon esempio!  A cominciare da Cicchitto! Così, per dirne uno.
Cicchitto: "Io ve lo dico: se ci volete far stare qui fino al 12 - 13 di agosto, sono problemi vostri... A quel punto ve la dovrete trovare voi una maggioranza: in bocca al lupo! Che poi io ho le vacanze a due ore di qui e non ho grossi problemi, ma poi non ci sarà nessuno." Alla faccia del Pil, alla faccia dell'esempio, alla faccia della faccia di bronzo, alla faccia mia! E vuoi vedere che per qualche giorno di ferie mi si apre la crisi di governo? E poi chi lo dice a Polillo che è tutta colpa di Cicchitto che non vuole lavorare? E del resto si sa, il lavoro non è un diritto, ma va conquistato e questi qui pensano di conquistarsi solo qualche giorno di ferie in più, come se fosse un loro diritto.
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26 giugno 2012


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Querela il blogger

A volte ritornano. Le questioni sempre aperte, su cui puntualmente si torna a disquisire. Quelle su cui ognuno deve aggiungere qualcosa alla luce dei nuovi avvenimenti. In questo caso ci si chiede se i blogger sono pericolosi e per chi. Capita di soffermarsi su certe quisquilie, bazzecole, pinzellacchere, sciocchezzuole, se quello che si scrive può risultare indigesto, seppur vero. Capita di soffermarsi su certe quisquilie, bazzecole, pinzellacchere, sciocchezzuole, se il soggetto di cui si scrive storce il naso, contrae la bocca e muove la mascella e prova a mangiarti soprattutto perché, magari da blogger, sei meno protetto e più facile da attaccare e spaventare, seppure quello che scrivi è vero. Capita di soffermarsi su certe quisquilie, bazzecole, pinzellacchere, sciocchezzuole, quando un politico fa quello che gli riesce meglio: badare e conservare i propri privilegi da casta, utilizzando i tribunali chiamati ad esprimersi sull'onta scritta ricevuta, anche se poi quello che scritto risulta vero, ma tanto campa cavallo che l'erba cresce e nel frattempo il blogger è indagato per diffamazione. 

Quisquilie, bazzecole, pinzellacchere, sciocchezzuole, quelle per cui il senatore e avvocato del Pdl Franco Mugnai ha querelato Massimo Malerba (il Post Viola), che ha avuto la malaugurata idea di scrivere di queste quisquilie, bazzecole, pinzellacchere, sciocchezzuole, che sarebbe stato meglio tacere?

«C’è riuscito Franco Mugnai (Pdl) ad evitare che quella norma a suo avviso “iniqua”, che prevedeva il dimezzamento dello stipendio per i parlamentari con doppia attività, entrasse nella Manovra. Certo ha dovuto sudare, ha dovuto lavorare un’intera settimana andando avanti e indietro per le stanze del Palazzo a raccogliere firme tra i senatori di entrambi gli schieramenti sostenendo sempre la stessa tesi: “Giù le mani dalle nostre indennità”. Un’attività frenetica che gli ha tolto il sonno ma che la fine ha pagato. Il provvedimento non è passato, seppure fosse stato già approvato dalla commissione Bilancio. Al contrario dell’aumento dell’Iva (385 euro in più all’anno a famiglia), della cancellazione dell’articolo 18 e dell’aumento dell’età pensionabile che invece i senatori hanno approvato prontamente perché è necessario stringere la cinghia. E’ necessario per noi ma non per loro, chiaramente. Adesso possono stare tranquilli i deputati e i senatori con doppia attività (tra cui l’avvocato Mugnai): non dovranno più dimezzarsi lo stipendio parlamentare. E sennò che Casta sarebbe. Tanto chi se ne accorge».


Si, certi blogger vanno fermati. Perché pericolosi? No, perché scrivono cose che potrebbero essere vere.
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20 giugno 2012


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#SAVE 194

Ma credete davvero che questo fosse un paese migliore quando si abortiva illegalmente?
Perché la questione diventerà questa. Perché se si mette a repentaglio una legge tanto da doverla ridiscutere, tanto da poter pensare di metterla in dubbio si continuerà ad abortire e si ricomincerà a farlo come si faceva prima della legge 194.
Così oggi la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sul quesito di legittimità costituzionale sollevato da un giudice che si rifaceva ad un pronunciamento della Corte di giustizia europea che definisce l'embrione come "soggetto da tutelarsi in maniera assoluta". E cosa potrebbe succedere se questa linea dovesse passare? Tuteliamo un soggetto embrione prima di tutelare una persona, ovvero la donna, la madre? Non sarebbe come continuare a ragionare se è nato prima l'uovo o la gallina? Tuteliamo un essere che sarà prima di tutelare un essere che è? E la libertà di scelta? La libertà di scegliere qualcosa che riguarda il nostro corpo, la nostra salute può passare attraverso il dubbio di un giudice? E' davvero così sconveniente, così orribile, così aberrante continuare a difendere una legge che non trasforma una donna in un'assassina se decide di prendere una scelta dolorosa. L'idea della vita in assoluto può essere sufficiente per decidere della vita e delle scelte di una persona? Io non lo so. Le domande così grosse, forse, non mi sono mai piaciute e sicuramente non mi piacciono adesso, ma mettere in discussione la legge 194 per qualcuno potrà essere un modo per schierarsi a favore della vita, a me sembra solo un modo per schierarsi contro l'essere umano. Nel senso di restare umani.
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14 giugno 2012


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#salvaiciclisti e il mio piede sinistro

#salvaiciclisti da una giornata cominciata con il piede sbagliato.
#salvaiciclisti dai furgoncini che mentre sei ferma ad un semaforo rosso ti passano su un piede.
#salvaiciclisti dagli automobilisti distratti, ma che per fortuna non scappano, anzi chiamano un'ambulanza. Almeno non ti tocca imprecare per l'omissione di soccorso.
#salvaiciclisti dagli automobilisti e motociclisti che vanno di corsa e usano il clacson mentre tu cominci a sentire il dolore e ringrazi chi invece ha deciso di dedicarti del tempo per soccorrerti. 
#salvaiciclisti dalla preoccupazione di: "dove legate la mia bici?" mentre ti caricano sull'ambulanza e ti portano via senza capirci granché!
#salvaiciclisti dalle attese al pronto soccorso, perché per fortuna sei solo un codice verde e chissà quando ti faranno una radiografia, ma nel frattempo, almeno, mi date del ghiaccio?!
#salvaiciclisti dalle brutte notizie. E infatti il piede non è rotto, ma una frattura c'è e allora niente tacchi per almeno 20 giorni. E chi se ne frega dei tacchi?!
#salvaiciclisti dai verbali degli incidenti redatti dai vigili che usano espressioni del tipo: "la stessa si fermava al semaforo in quanto l'apparecchio emanava luce rossa..." mentre tu pensi che oltre a passare sul tuo piede, qui qualcuno passa sulla lingua italiana.
#salvaiciclisti dall'Inail che non considera un incidente avvenuto mentre tu, ciclista, ti rechi al lavoro come un incidente sul lavoro o, come si dice, "in itinere" e che per questo ti nega la copertura assicurativa, perché l'indennità non è prevista se si usa un mezzo proprio (la bici) il cui uso non è ritenuto necessario. Così come sarebbe successo se fossi stata in macchina o in moto. L'infortunio è riconosciuto, invece, nel caso ci si muova a piedi o con i mezzi pubblici.
#salvaiciclisti dalle cose che non cambiano mai, dal considerare la bicicletta un mezzo come l'auto o la moto, mentre magari tu la bici la usi anche per inquinare meno e per dare una mano al traffico e perché andare in bici ti fa sentire bene, meglio. Se non ti passano su un piede.
#salvaiciclisti da quella paura che può arrivare dopo un incidente e che può tenerti lontano dalle due ruote, perché magari non è così facile tornare in sella.
#salvaiciclisti e questo piede che per adesso se ne deve stare a riposo, perché ho voluto la  bicicletta e mo' non posso pedalare.
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12 giugno 2012


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Miracolo a Milano!

Miracolo! La Madonna mi ha parlato! Ed io non l'avevo nemmeno invocata! Già, io avevo solo acceso la radio e mi facevo i fatti miei, ascoltavo una stazione laica e poi eccola lì, senza che io cambiassi frequenza, stazione. Lei è entrata nella programmazione, ha scavalcato il palinsesto! "Gesù!", mi è venuto da urlare! Ero su Radio Maria, anzi Radio Maria era sopra di me.
Pochi attimi, poi tutto è tornato normale, ma i miracoli si sa, non durano mai in eterno. E' tornata Radio Popolare e vabbé, tanto che mi sarò persa?
Mi ero persa uno spot radiofonico. Radio Maria mi aveva salvato dal diavolo consumista tentatore? No, perché lo spot non vendeva nulla. Lo spot informava, lo spot avvisava che c'è una raccolta firme lanciata a Milano per chiedere al comune di istituire il registro dei testamenti biologici. Lo spot diceva: "Io scelgo".
Ed io scelgo, scelgo di fare il testamento biologico, perché è un mio diritto, perché è un atto di civiltà, perché è un atto di libertà. Perché scegliere della propria vita e della propria morte è giusto. Per me è giusto.
Miracolo! Lo spot sono riuscita a sentirlo lo stesso e so che posso scegliere! Ma non mi venite a dire che poi, per questo, la Madonna piange. Non ci crederei nemmeno se lo sentissi per radio!
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11 giugno 2012


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Calcio agli europei

Ci diranno che il calcio è solo un gioco, ma ad un gioco si può decidere di non giocare. 

Si sarebbe potuto dire: non gioco più, me ne vado. Perché non gioco in un paese che compie uno sterminio di cani per rendersi presentabile agli occhi di un'Europa che accorre per un gioco. 
Che, poi, però, molto sappiamo di questo sterminio dei cani e tanto ci siamo e ci stiamo indignando e a ben donde! Grazie al tam tam sui social network, agli spazi in diverse trasmissioni radiofoniche che ne hanno parlato, alle tv? Magari qualche tv, che non guardo? E per fortuna se ne parla.

Si sarebbe potuto dire: non gioco più, me ne vado. Perché in un paese famoso anche per il turismo sessuale e tristemente famoso per il numero crescente di casi di AIDS, forse diventa un tantino rischioso mandarci folle di tifosi, che si muovono in nome di un gioco e con in testa l'idea di giochini.
Che, poi, però, ti vuoi preoccupare di folle di giovani adulti che viaggeranno con sciarpetta, bandieroni, gagliardetti, birrozza e preservativi? Vuoi indignarti per chi pratica il lavoro più antico del mondo? Che ne parliamo a fare?

Si sarebbe potuto dire: non gioco più, me ne vado. Perché un paese che allontana dal centro rimesso a nuovo quei bambini indigenti, portandoli in chissà quali periferie, perché stridono con il nuovo arredo urbano, arredato per un gioco, è un centro che non vale la pena visitare. 
Che, poi, però, i bambini fanno casino, si sa. E sui social network sembra che ci si riesca ad indignare più facilmente per quei cuccioli che vanno a quattro zampe, che per questi cuccioli che invece di zampe ne hanno solo due. Come se fosse un problema di zampe.

Si sarebbe potuto dire: non gioco più, me ne vado. Perché un paese dove l'ex premier ed ora leader dell'opposizione, Julia Timoshenko, viene tenuta in carcere accusata di varie illegalità e a cui viene negato, di fatto, il diritto di difendersi adeguatamente non è un paese democratico. E non si gioca in una finta democrazia. 
Che, poi, però, chi ne parla di questa donna, di questa Timoshenko? Nemmeno Grillo, forse. E allora perché dovremmo occuparcene noi, che c'abbiamo già i nostri problemi con le nostre democrazie e, comunque, a me, di link per qualche petizione in suo nome non me ne sono arrivati, nemmeno una postilla in coda con asterisco a nessuna forma di indignazione per quei troppi, poveri cani sterminati per un gioco.

Si sarebbe potuto dire: non gioco più, me ne vado. Anzi non vengo, almeno finché non avrò capito se di gioco si può ancora parlare e si può tifare. O se davvero il nostro gioco è un gioco truccato. 

Vi diranno che il calcio è solo un gioco e allora a qualcuno verrà voglia di dire: "Boicottiamolo!"
Non vi illudete, non sarà possibile.

Però il calcio può dimostrare di essere uno sport e lo sport può provare a cambiare le cose, ad accendere riflettori tra un calcio e l'altro su quei cani morti, quei bordelli che spuntano come funghi, quei bambini troppo indigenti per mendicare in città, per quella parte di democrazia che è in carcere. Voi dite che lo faranno? In Italia sarebbe meglio non scommetterci.

Ci diremo che il calcio è solo un gioco e allora, si: boicottiamo!
Non ci illudiamo, non è possibile.
Lo so, perché io non ho visto nemmeno un minuto di questo gioco, ma l'Italia ha pareggiato 1a1 con la Spagna e lo so perché l'ho letto sulla bacheca di quel tale che fino a stamattina postava, indignato, i link di quei poveri cani sterminati.
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4 giugno 2012


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Il (mio) terremoto.

Quasi tutti abbiamo un terremoto.
I siciliani, i friuliani, quelli che vivono in Umbria, gli abruzzesi, gli emiliani. Io sono campana e il mio terremoto è quello del 1980. Avevo due anni.
Non dovrei ricordare nulla e, invece, ricordo. Ricordo mio padre che mi dava da mangiare piccoli pezzettini di mozzarella. Ricordo la fretta con cui mi prese in braccio, le scale che scendeva e che sembravano non finire, il vicino del primo piano che era già in strada. Forse non dovrei ricordare nulla, forse sono i racconti degli altri, ma nessuno mi ha mai detto cosa mio padre avesse addosso quella sera, eppure me lo ricordo. 
La paura non me la ricordo, forse per quella ero piccola. 
La paura arriva adesso, ora che vivo a Milano, lontana dagli epicentri, dove le scosse arrivano senza danni. Mettono solo paura e fanno affiorare i ricordi di altri terremoti lontani.
So che la paura è quella di chi ad ogni scossa perde un altro pezzettino di sé: la casa, la chiesa, la tranquillità, la sicurezza, la lucidità.
La paura di non poter rientrare nelle proprie vite. 
Capitò anche a noi, ma io avevo due anni e non lo capii. Per un po' dormimmo dai miei nonni materni. Fu la mia piccola fortuna. Mio nonno mi fece da baby sitter, mi cantava le filastrocche. Io fui l'unica nipote a crescere dandogli del tu, nessun altro nipote lo ebbe come baby sitter, nemmeno mio fratello che era più grande e c'erano già le scuole, gli amici. Successe così che lui, nonno contadino e capostipite di una famiglia numerosa, per me fu sempre Nonno Orsolo. Del resto un nonno contadino, capostipite di una famiglia numerosa poteva solo chiamarsi come sua moglie, Orsola, ma al maschile. Ragionano così i bambini di due anni, durante un terremoto di cui non ricorderanno la paura. Per quella ci sarà tempo.


Sega, sega mastu Ciccio,
na panèlla e nu sacìccio;
‘a panèlla nce ‘a mangiàmmo
e ‘o sacìccio nce ‘o stipàmmo;
nce ‘o stipàmmo pe’ Natal, quanno véneno e zampugnarì



23 novembre 1980
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29 maggio 2012


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Abbiamo qualcosa da chiedere.

Terremto in Emilia
Chiediamo al Presidente della Repubblica di annullare la parata militare del 2 giugno.
Chiediamo al Papa di annullare il viaggio a Milano

Terremoto nel calcio.
Chiediamo al calcio di fermarsi a riflettere e magari di smettere di giocare per qualche anno.

Abbiamo sempre qualcosa da chiedere, dopo. Dopo le macerie sulle quali siamo costretti a piangere.
E le macerie sono dovunque. Non solo i capannoni venuti giù. Qualcuno venuto giù, per la voglia di ricominciare troppo presto senza badare alla sicurezza, perché tanto non siamo abituati alla sicurezza.
Siamo un paese traballante, precario, in macerie.
Si, le macerie sono dovunque. 
Qui viene giù tutto. Chissà se e come sapremmo ricostruire.
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8 maggio 2012


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E...leggimi questo!

"Quindi, com'è andata?"
"Ha vinto la sinistra!"
"Maddai! Incredibile..."
"Si, in Francia."
"Mi sembrava strano. Ok, ma in Italia?"
"Ha perso il PDL"
"Come ha perso il PDL? Quanto ha perso il PDL?"
"Sciolto come neve al sole ai primi caldi."
"E Berlusconi che ha fatto?"
"Qualche sera fa ascoltava il duello tra i candidati alla presidenza francese: Hollande diceva a Sarkozy che Berlusconi era amico suo e quello si difendeva dicendo che no, in realtà era amico di Hollande, così Berlusconi, che ha creduto di essere amico di tutti, si è messo in cammino per la Francia per salire sul carro dei vincitori, ma tutti hanno finto di non riconoscerlo e così, visto che la voglia di festeggiare un amico vincitore era rimasta, è andato fin in Russia ad osannare Putin."
"Quindi non c'era?"
"Un po' come fanno i topi quando la nave affonda. Ma ha già una grande idea e un nuovo leader."
"Alfano?"
"No, la Santanchè!"
"La Santa chè?! Non è possibile! E la Mussolini che dice?"
"Per solidarietà femminile ha fatto sapere che accetta la cosa. E si è armata."
"E la Lega?"
"Ha perso."
"Povero Tosi!"
"No, lui ha vinto. Ricordi? Lui era quello che da uomo di Lega aveva deciso di correre senza legarsi, alla Lega."
"E il terzo polo?"
"Non ha sfondato e non ha fatto da ago di nessuna bilancia."
"A questo punto non resta che la sinistra. Ha vinto la sinistra! Ha vinto il PD?!"
"Si, ma solo in parte e solo dove l'avevano spuntata i candidati non scelti dal PD."
"Vuoi dire che a Palermo Ferrandelli non ce l'ha fatta?"
"Ha preso il 17,59% dei voti, ma va al ballottaggio."
"Con chi?"
"Leoluca Orlando, il nuovo che avanza o che era avanzato. Lui ha preso il 47,94%"
"Tempi bui per tutti."
"Ci sono sempre le stelle."
"Ti metti a fare il romantico?"
"Parlo del movimento 5 stelle."
"Quelli del Grillo parlante?"
"Quelli di Grillo straparlante. E l'antipolitica si fece politica..."
"Ma non sembra la storia della Lega?"
"E la storia a volte si ripete..."
"Ma quello succedeva nella seconda repubblica."
"Non c'è due senza tre!"


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2 maggio 2012


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Fu Primo Maggio

Per la festa del primo maggio di quest'anno c'erano un bel po' di persone in piazza.
Quello che continuava a mancare, però, era il lavoro.
Eppure tutti lo cercano, tutti lo vogliono.
E qualcuno ha festeggiato. I lavoratori rimasti.
E tanti non hanno festeggiato. I lavoratori persi per strada.
Gli operai di Termini Imerese.
Le donne del calzaturificio Omsa e quelle della Golden Lady di Gissi.
I lavoratori della Bialetti.
I ferrovieri sulla torre al binario 21.
I lavoratori dell'indotto chimico di Porto Torres.
Gli uomini e le donne di Phonomedia.
Ma la lista potrebbe continuare e continuare e continuare...
Poi gli imprenditori. Quelli che non ce l'hanno fatta.
Quello che si è ucciso con un colpo di pistola, nelle campagne di Mamoiada, in provincia di Nuoro, perché era stato costretto a licenziare i propri figli.
O quello di 52 anni che a Napoli si è lanciato dal balcone.
O quello che si è impiccato a Cepagatti, nel pescarese.
O quello che si è dato fuoco davanti all'agenzia delle Entrate di Bologna.
Ma la lista potrebbe continuare e continuare e continuare...
E poi c'è quello morto schiacciato da un muletto.
Quello che se n'è andato mentre allestiva un palco.
Quello caduto da un'impalcatura mentre si festeggiava il lavoro.
Ma la lista potrebbe continuare e continuare e continuare...
Tutti gli esodati. Quelli che avendo lavorato correvano verso il sogno di una pensione.
Tutti i giovani laureati. Quelli che hanno il sogno di un lavoro oltre lo stage (gratuito).
Tutti gli over 40. Quelli che un lavoro l'hanno avuto, fino alla scadenza di un contratto a tempo determinato.
Tutte le donne. Quelle che sognano un lavoro nonostante vogliano mettere su famiglia.
Ma la lista potrebbe continuare e continuare e continuare...
Per la festa del primo maggio di quest'anno c'erano un bel po' di persone in piazza.
Il giorno dopo ci si chiede cosa festeggiare.
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26 aprile 2012


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Sarebbe una Liberazione

Il 25 aprile è una delle feste che preferisco. E' la festa che preferisco perché dentro di sé ha qualcosa di grandioso, qualcosa di potente. Uno slancio verso un futuro che sarebbe stato migliore, uno slancio verso un futuro per cui è sembrato giusto anche morire. C'era tanto di buono nell'idea di volersi liberare da una forma di oppressione che era diventata il regime fascista. Quello fu l'inizio di una storia che fece questo paese migliore finchè non diventammo peggiori. Peggiori di chi si era battuto in nome della libertà. Peggiori come siamo oggi, perché io non lo so cos'è successo al nostro paese, quando è diventato così cinico, ma so solo che siamo diventati peggiori e so che non siamo liberi. Per questo dobbiamo ricordarci di festeggiare il 25 aprile e dobbiamo ricordarci che liberarsi è possibile e allora forse dovremmo ricominciare a scegliere cosa tenere e a cosa dire basta. Io, ad esempio, vorrei liberarmi di quegli uomini e quelle donne prestati alla politica come se la politica fosse solo uno stipendio da ottenere in cambio di un non saper far nulla; vorrei liberarmi di quegli imprenditori che hanno impoverito il lavoro ed i lavoratori non solo per seguire la logica del profitto, ma quella peggiore dell'arricchirsi; vorrei liberarmi dell'idea di essere giovani a 40 anni in un paese governato da vecchi; vorrei liberarmi dagli evasori che sono là fuori e dall'evasore che è dentro di me, che mi sento onesta; vorrei liberarmi dall'idea che qui non si può crescere se non conosci qualcuno o se non ti fai crescere le tette; vorrei liberarmi dai finti pretesti che ci mettono nelle mani dei tecnici per uscire dalla crisi e per riguadagnare credibilità; vorrei liberarmi di quella classe politica che ha alimentato l'anti politica arricchendo le proprie tasche con la scusa di averlo fatto a propria insaputa; vorrei liberarmi dai nuovi fascisti che non conoscono e riconoscono il peso ed il valore della storia; vorrei liberarmi dall'idea che vivrei meglio in un altro paese, diverso da questo, diverso dal mio, semplicemente perché lì avrei non solo dei diritti, ma delle opportunità; vorrei liberarmi dalla paura del precariato e vorrei liberarmi dalla fortuna di un contratto a tempo indeterminato, come se fosse una sorta di miracolo a cui non poter rinunciare; vorrei liberarmi dall'idea che il mio stipendio sia così basso e non basti mai se c'è un mutuo e delle bollette da pagare; vorrei liberarmi dall'idea che la camorra, la mafia, la ndrangheta non esistono e poter dire che anche i politici diventano collusi con quel potere che non esiste e che quando questo succede devono essere sostituiti e allontanati dalla cosa pubblica, perché la cosa pubblica è anche mia ed io non voglio avere nulla a che fare con la camorra, la mafia, la ndrangheta, perché io so che esiste; vorrei liberarmi dall'idea che tanto sono tutti uguali; vorrei liberarmi dei tesorieri che gestiscono tesori laddove non dovrebbe esserci nessun tesoro; vorrei liberarmi di un economia che non fa economia; vorrei liberarmi di quelle barriere costruite per renderci diversi; vorrei liberarmi della parola cassa integrazione, della parola secessione, della parola nucleare, dell'espressione bunga bunga; vorrei liberarmi della compravendita dei parlamentari; vorrei liberarmi dell'idea che non posso liberarmi. Vorrei tornare ad essere partigiano.
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24 aprile 2012


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Madre lingua

Bisogna studiare, bisogna imparare le lingue, bisogna prendersi una laurea, meglio due, bisogna accumulare esperienze all'estero, bisogna aver pazienza e aspettare l'occasione della vita e saperla cogliere. Bisogna fare attenzione a quando tutto è più facile, a quando tutto è troppo facile, a quando si è madrelingua, perchè poi si rischia di far casino, di non riuscire a capire quando bisogna fermarsi, quando è il caso di parlare una lingua alla volta, dosando bene le parole, dandovi importanza per riflettere su ciò che si sta dicendo e come lo si sta dicendo, per non correre il rischio che certe parole diventino insulto per chi le ascolta. E i verbi, signore i verbi! 

Cheaps dalla voce deduco che tu sei in treno. Ho sentito adesso the Boss of the boss e gli ho detto: "oh,allora guarda che stasera porto una mia amica" e lui mi fa: "ottimo!" Gli ho detto: "guarda che ha la seconda laurea, ti dà del filo da torcere." Mi ha detto: "ottimo!" Si vede che non poteva parlare. Grazie. Ciao. No, perché infatti ti volevo un attimo briffare sulla cosa, nel senso giurami che non ti prendi male, nel senso cioè ne vedi di ogni, cioè te ti fai i cazzi tuoi ed io mi faccio i cazzi miei, per l'amore del cielo, però ne vedi di ogni, cioè nel senso la disperation più totale, cioè capirai, c'è gente per cui è l'occasione della vita per cui ne vedi di ogni. Te fidati di me, punta su: a) il francese, che lui sbrocca, gli prende bene. Digli tutto quello che fai: seconda laurea, sei stata tre mesi alla Sorbona, che anche lui ha studiato alla Sorbona, si esalta di brutto. E detto fuori dai denti, no, ci sono varie tipologie di persone: c'è la zoccola, c'è la sudamericans che non parla nemmeno l'italiano e che arriva dalle favelas, c'è quella un po' più seria e c'è quella via di mezzo e poi ci sono io che faccio quello che faccio. Per cui era solo per non confonderti nella massa, non sii timida, fregatene, sbattetene il cazzo e via andare... Amica cheaps a che ora arrivi in the station?
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17 aprile 2012


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E' questione di culo

Capitava, quando vivevo con i miei, che a volte facendo zapping prima del tg delle 20 la famiglia intera finiva davanti ad un quiz e quando succedeva, tutti a veder a quante domande si riusciva a rispondere e puntualmente o mia madre, o mio padre, esclamava: "ma perché non provi a partecipare ad un quiz?" Ed ogni volta, devo ammetterlo, un pò ci pensavo ed ogni volta mi chiedevo su quale domanda sarei caduta: storia? Forse no, la storia mi appassionava. Italiano? Non ero male. Matematica! Avrei potuto sbagliare anche il semplice 2+2! Geografia! Sicuramente sarei caduta sulla geografia, ma sarei andata forte sulle citazioni da film. 
Fantasticavo, ma naturalmente non ho mai inviato una sola volta una mia candidatura, che poi ci vuole culo ad essere scelti, pardon: fortuna.
Poi non ero mai certa da chi sarei voluta andare. Per Mike Buongiorno ero troppo piccola, Gerry Scotti mi stava decisamente antipatico, Amadeus aveva il naso lungo quanto il mio, con Paolo Bonolis avrei fatto a gara a chi sparava più parole in un solo minuto! Restava Carlo Conti, che però era sempre troppo abbronzato. Però il suo quiz non era male, dicevamo.
Poi mi son trasferita a Milano e ho smesso di guardare i quiz.
I tempi sono cambiati, le domande sono cambiate. Adesso non basta avere culo, ma bisogna conoscerlo, così ad un quiz, sempre di quello abbronzato ecco che compare un importante quesito: chi può vantare un sedere a pera?! Avrei potuto capire a mandolino, mi sarei potuta figurare i culi a poppa, avrei compreso la metafora che parlava di colline, ma le pere?! 
Per rispondere, naturalmente, si poteva scegliere tra un elenco di vips, starlette, prezzemoline, veline di qui e d'oltre oceano. Tutte donne famose per il culo a pera?! Che importanza ha? Tutte donne di cui avremmo dovuto conoscere, comunque, le natiche. Forse perché le hanno mostrate o forse no. Forse perché se sei donna, cosa vuoi che si guardi di te, soprattutto in televisione?
Io non so che tipo di culo ho, forse non ce l'ho affatto. Non partecipo ai quiz, non vinco nulla, non aiuto la mia fortuna, ma stasera se dovessi decidere di prepararmi per un quiz oltre alle domande di cultura generale proverei a documentarmi sulle dimensioni dei vari peni famosi e non, perché voi dite che (non) farebbero mai una domanda del genere?!
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15 aprile 2012


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Mamma re' galline mia...

Pagani da qui è lontana, a 800 km di distanza non la vedi, ma ti ricordi da dove arrivi e pensi che ci sono dei giorni che vale la pena essere nei luoghi d'origine, quei luoghi che ti porti dentro, ma che non ti hanno ingabbiato, però le tradizioni le conosci e sai che un fine settimana all'anno ti senti più paganese del solito, perché c'è la festa, perché sei quel sacro e quel profano che quando provi a raccontare agli altri genera sempre qualche risatina sarcastica. 
Si, le tradizioni le conosco e quest'anno ho dovuto rinunciarvi e per la prima volta mi sono persa la mia Madonna delle Galline, i suoni, i balli, le castagnette alle mani, la gonna da far volteggiare, il fumo dei carciofi arrostiti che si perde nell'aria, l'odore di olio, di prezzemolo, di aglio, la folla, gli anziani che ogni portone intonano vecchi canti a fronna, i tammorrari con le loro tammorre, i toselli da visitare, le votate, i tagliolini, la caduta dei coriandoli, i botti, quelle strana processione dove non è il fedele a seguire la Madonna, ma è la Madonna che raggiunge i fedeli, le tortore, le galline i pavoni che fanno la ruota. L'incontro con una tradizione che un pò prova a spiegarti da dove arrivi, il culto della terra, il ricordo di una festa pagana che ringraziava l'arrivo della primavera e che scacciava la paura delle morte, gli aneddoti che hanno trasformato questi riti in feste religiose. 
E non tornare questa vota mi sembra quasi come aver tradito. Ma a Pagani c'è ben poco da festeggiare nei giorni in cui il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche, dopo che il suo sindaco è agli arresti domiciliari accusato di rapporti tra l'amministrazione e la camorra locale, con le strade piene di spazzatura. 
Pagani non è mai stata così brutta e forse non sono stata la sola a tradire.
Intanto piove e tutto viene rimandato a tempo migliore.
Del resto a Pagani si sa: 'a marunnella s'ha sceveta 'a jurnatella. E non era certo questa.
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11 aprile 2012


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Facce da C(attivi) e facce da C(ulo)

No perché, per dirvela tutta, a me quasi mancano i cattivi veri. Quelli con sguardo di ghiaccio e aria sprezzante; quelli che avevano piani grandi e assurdi; quelli che rubavano per riscatto sociale o semplicemente perché volevano dominare il mondo. Mi mancano i cattivi veri, quelli che andavano fieri di esserlo e te lo urlavano in faccia, si facevano carico del ruolo dell'antagonista da sconfiggere, si facevano carico del male senza travestirsi da buoni. Mi mancano quei cattivi che avevano la faccia da cattivi. Si, perché bisognerebbe avere la faccia giusta per fare il cattivo e bisognerebbe, forse, avere le giuste motivazioni. Sarebbe quasi più onesto. Invece ci ritroviamo con ladri e malfattori dalle facce bonarie, dagli occhi vacui e nessun ricordo d'intelligenza, privi di qualsiasi grazia.
Già, che male abbiamo fatto per meritarci tutti questi? Tesorieri panciuti con il vizio della vacanza extra lusso, con carriere fulminanti a maneggiar quattrini di tutti come se fossero i propri; figli ingrati che pensano che tutto gli sia dovuto perché nati figli del "capo"; badanti che siedono su scranni di prestigio e che comprano titoli di studio per sé e per gli amici "intimi" pensando che basti un pezzo di carta per darsi il lustro che non si avrà mai; autisti considerati bancomat per ogni necessità ed ogni vizio; padri che non sanno chiedere scusa, ma solo scaricare colpe che non si ha il coraggio di far proprie; amici degli amici che prendono il potere e lo gestiscono negli stessi modi imparati dai predecessori facendo sembrare i discorsi più lucidi, più moderni per incitare le folle, le stupide folle, che finiscono per cascarci ancora. 
Sono questi malfattori senza valori e senza rispetto a farci perdere il nostro. E quando ce ne accorgeremo finiremo per giustificarci dicendo: "è successo a nostra insaputa." Sappiatelo!
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4 aprile 2012


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Tutto Lega e famiglia!

Chi trova un amico trova un tesoro, chi trova un tesoriere paga i conti!
Perché la famiglia costa, i figli sono pezzi di cuore e danno grosse soddisfazioni e tu faresti tutto per loro. Li mandi a scuola, anche quando la scuola prova a rimandarteli indietro dicendo: "si applica, ma non è intelligente, anzi forse nemmeno si applica, ma sicuramente non è intelligente!"
Ma tu faresti tutto per loro e allora insisti, insisti talmente tanto che finisci per comprargli il suv per farlo andare a scuola, certo sarà l'unico a recarsi all'esame di terza media guidando, ma almeno non ti devi svegliare per accompagnarlo e poi ormai con l'età che ha....
E poi dopo le medie ci sono le superiori, perché un diploma, come minimo, lo devono avere tutti, altrimenti come giustifichi una carriera politica folgorante tra i banchi di una giunta regionale, e magari dopo che gli avrai comprato quel pezzo di carte, ed ecco che i soldi servono sempre, almeno lo sistemi in giunta sperando che non venga a chiederti più la paghetta perché c'è l'altro figlio che cresce e che adesso ha bisogno delle tue attenzioni e di altri soldi per pagare un avvocato che ti difenda da stupidi lanci di gavettoni di candeggina per sconfiggere le parti politiche avversarie e poi che importanza ha se si devono pagare i danni, c'è sempre un tesoriere che sa farti tornare i conti. 
E poi c'è la casa, anche se parte del mutuo me l'aveva pagato già un amico con una donazione per fargli da alleato, ma le case si usurano e un giorno torni e nemmeno ti accorgi che il parquet ha preso il posto delle vecchie mattonelle, che quel muro è andato giù, che è comparsa magari una piscina in giardino e ti dici: "questa mania delle donne di cambiare le cose a mia insaputa, mentre sei via a fare il tuo dovere da politico a Roma, per controllare che la politica centralista non si intaschi i tuoi soldi, perché noi sì che siamo i paladini della legalità, della giustizia, della buona amministrazione..."
E poi la moglie, perché le donne oltre a rivoluzionare la casa hanno la mania di lavorare e tu devi sorreggerle, appoggiarle, essere dalla loro parte, apprezzare i loro progetti e finanziarle quando puoi e quando non puoi chiedi al tesoriere, che qualche spicciolo da prestarti se lo troverà in tasca, perché infondo si parla di un progetto nobile, educativo e l'educazione è importante.
Insomma lo scandalo dov'è, cos'è? Per una vita fai politica e qualcuno si scandalizza se facendo politica provi anche a sistemartela quella vita, perché alla politica non si può sempre dare, ma si deve anche prendere, ed io magari un pò ho preso, ma mica solo per me?! L'ho fatto per i figli, la moglie e quando l'ho fatto in realtà non l'ho fatto, ma l'ho fatto fare agli altri e a mia insaputa, perché mica sono come quelli che stanno lì a Roma. Roma ladrona!
 

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