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28 febbraio 2013


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(Chi) Vince chi perde

Devo ammetterlo: io non so se mi sono ancora ripresa e sarà per questo che più passa il tempo e più le cose non mi sono tanto chiare.
Allora, il Pd è arrivato primo, ma non ha vinto. Ha la maggioranza alla Camera, ma questo conta ben poco se non si ha la maggioranza anche al Senato. Quindi la camera è declassata? Cos'è, uno sgabuzzino?
Il Pdl non ha vinto, anzi ha perso più o meno 6 milioni di voti, ma esultano come se fossero arrivati primi, a differenza di chi è arrivato primo, perchè queste elezioni hanno sancito il grande ritorno di Berlusconi. Quindi pur avendo perso sono strafelici perché, in fondo, si aspettavano di sparire.
Sparire, il rischio che hanno corso quelli della Lega, che hanno perso, in termini di voti, in Lombardia, in Piemonte e in Veneto, ma che poi ottengono la presidenza della regione lombarda con la vittoria di Maroni e che governano nelle regioni economicamente più ricche d'Italia.
Quelli che sono spariti davvero, invece, sono i comunisti che in Puglia non votano Vendola, che in Italia non votano Ingroia, figuriamoci Bersani, che ora qualcuno vorrebbe far sparire, ma che corrono tutti verso il Movimento arrabbiato 5 Stelle, quello di Grillo, per intenderci, che non vuole fare il premier in caso di vittoria, che non vuole andare alla Camera, nè al Senato e che per questo non chiede di essere eletto in prima persona, perché c'è la gente del movimento, la gente comune che deve rappresentarci e che poi dopo aver preso il 25% grida alla vittoria. E lui sì che ha vinto, ma non è arrivato primo, come avrebbe voluto. Però adesso detta l'agenda, la strategia, le alleanze, le non alleanze, la salita al Colle per le consultazioni e il movimento resta fermo, mentre il capo si muove, parla, decide. Il movimento collettivo è il pensiero di un uomo espresso attraverso le pagine di un blog, un blog si sostituisce alle sedute parlamentari, agli incontri di vertice. Con un blog si governa l'Italia e quel blog (cazzo!) non è il mio, perché io sì, che non sono arrivata prima. Vuoi vedere allora che ho vinto?
La democrazia, che doveva essere espressione dal basso, adesso si esprime attraverso i commenti del post di uno.
Poi Napolitano va in Germania e lì, all'estero, viene preso in giro da chi non capisce come si faccia ad essere ostaggio dei clown. Lui ascolta e si incazza e si meraviglia. Ma cosa si meraviglia se sono anni che appena un italiano va all'estero si sente fare la stessa domanda?! In Italia sta cambiando tutto, solo la nostra percezione all'estero non cambia, solo all'estero non (ci) capiscono (?!).
Anch'io non capisco, non capisco più come si fa a vincere e come si fa a perdere. 
Poi penso a Fini e un'idea più chiara sulla sconfitta mi viene. Poi penso a Scilipoti e dovrebbe essermi più chiara l'idea di vittoria?!
Niente, ho mal di testa, ho mal di pancia, sono costipata, sono confusa, sono disillusa, penso di fare le valigie, ma so che, almeno io, tenderei ad escludere il Guatemala.
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22 febbraio 2013


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Momenti indimenticabili (di una campagna elettorale da dimenticare)

Domani silenzio. Domani pausa. Domani riflessione.
Domani.
Oggi una considerazione: è stata la campagna elettorale più brutta che io ricordi, disseminata di fregature e di momenti (in)dimenticabili.

Momento 1: il ballottaggio delle primarie per la scelta del candidato del Pd. Matteo Renzi viene criticato perché ci ricorda Berlusconi. Il popolo di sinistra ha così tanta paura di Berlusconi che non vuole un clone. Così è tornato l'originale.
Momento 2: non si parla più di programmi, ma di agende e le agende, si sa, durano più o meno 12 mesi. Esattamente come il prossimo governo.
Momento 3: il ritorno del caimano, che poi ha generato tante altre fregature a seguire.
Momento 4: il ritorno di una campagna elettorale che non gira intorno ai temi politici, ma intorno a Berlusconi.
Momento 5: la presentazione delle liste e dei simboli. I soliti nomi e i grandi esclusi che scappano con le liste: tu non porti me, io sputtano te.
Momento 6: adotta un cane per la campagna elettorale! Ma poi non lo abbandonare in cabina elettorale appena dopo il voto. 
Momento 7: Michele Santoro e quei giornalisti poco giornalisti, che per fare spettacolo non hanno fatto i giornalisti e che hanno fatto un brutto spettacolo di se stessi.
Momento 8: Mussolini. Per non parlare degli ultimi 20 anni, ci siamo messi a discutere su quello che c'era da salvare del ventennio fascista. Ve lo dico io: niente! E se i treni arrivavano in orario, bastava farlo capostazione.
Momento 9: la sostituzione di impegni fattibili con le promesse improbabili e le proposte shock e l'Imu e 4 milioni di posti di lavoro e l'uscita dall'euro e rimanere nell'euro e vai avanti tu che a me vien da ridere.
Momento 10: Balotelli. Perchè chi vota pensando ad un giocatore della propria squadra di calcio vota con i piedi, mica con la testa?!
Momento 11: le alleanze. Berlusconi voleva Monti, poi scarica Monti, Monti va con Casini e Fini, ma strizza l'occhio a Bersani, che sta con Vendola e che non vuole Monti, ma preferirebbe Ingroia, che non vuole andare con Bersani e che non vuole andare con Monti, figuriamoci con Berlusconi, che critica Giannino, che se proprio dovesse scegliere un altro sceglierebbe Grillo, che manda tutti affanculo!
Momento 12: i comizi in piazza. E giù i paragoni: "la mia piazza è più piena della tua!" Vedere foto per credere e magari prendere righello per misurare.
Momento 13: i video elettorali, quelli che copiano il video visto a Sanremo, ma per offendere e quelli che copiano il video di quelli che copiano il video visto a Sanremo, ma per scusarsi per chi ha offeso.
Momento 14: il finto master. E le finte lauree e lo Zecchino d'Oro e il Mago Zurlì e Pinocchio e il gatto e la volte e io, ve lo giuro, sono laureata in Scienze della Comunicazione. E non lo dico per vantarmi.
Momento 15: Celentano che canta per Grillo e Bennato che non canta per Grillo. E gli insulti che si beccano entrambi.
Momento 17: quelli che votano perché sono arrabbiati e non perchè sono indignati. Quelli dai discorsi violenti, perché ti è mai venuto in mente che a forza di gridare la rabbia della gente non fa che aumentare? La forza certamente deriva dall'unione, ma il rischio è che la forza soverchi la ragione.
Momento 16: la lettera. Vengo con questa mia a dirvi che vi sto prendendo per i fondelli e voi in fila, pecoroni, che credete che qualcuno vi restituisca il malloppone. 
Momento 18: il dibattito tv che non si è fatto perché se prima eravamo in 6 ad andare in tv, poi siamo diventati in 5 ad andare in tv e se prima eravamo in 5 ad andare in tv, poi volevano andarci in 4 ad apparire in tv e se prima eravamo in 4 a voler andare in tv, poi hanno confermato in 3 a voler andare in tv e se prima erano in 3 a voler andare in tv poi c'è chi ha fatto sapere che sarebbe solo andato in coppia ad apparire in tv e se sono rimasti in 2 a dover andare in tv uno dice all'altro: "Da soli non è bello andare in tv".
Momento 19: la Merkel. Ti tiro per la giacchetta e la giacchetta gnernò, gnernò. Ti tiro per il pantalone e il pantalone gnernò, gnernò. Ti tiro per la gonnella e la gonnella gnernò, gnernò. Ti tiro per la sottana e la sottana gnernò, gnernò. E basta!
Momento 20: le condizioni metereologiche, che quando non si ha molto da dire si finisce a parlare del tempo.

Domani silenzio. Poi ci metteremo tutti (!) una croce su.


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20 febbraio 2013


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Dalle stelle alle s...edie

E si che però le piazze le ha riempite.
Ma io Piazza Duomo, dove ero ieri sera, l'ho vista piena così altre volte. Per il Pd, quando fa il Pd. L'ho vista più piena di così, quando c'era da festeggiare un vento nuovo che arrivava da sinistra e che era Pisapia. L'ho vista così per Walter Veltroni nel 2008. Poi è andata come è andata.
E si che però sa parlare alle piazze.
Ma lo fa urlando, urlando così forte che certe volte nemmeno si capisce quello che dice. Esattamente come avevano fatto i nuovi partiti prima di lui, quasi 20 anni fa. Mi viene in mente la Lega Nord.
E si che sa interpretare il sentimento della gente.
Ma è la rabbia e la rabbia non porta certo a governare nel modo più giusto. La rabbia, chessò, ti porta a fare anni di analisi per poi capire, alla fine, che l'aggressività non ci rende migliori.
E si che ha un progetto forte, un programma nuovo.
Ma che recitano più o meno così: non ruberemo come loro. Non sprecheremo come loro. Non ci allontaneremo dal cittadino come loro. Ma se volessi fare come loro ce lo diresti?
E si che ha riavvicinato un sacco di giovani alla politica.
Ma sono gli stessi giovani che spesso di politica ne sanno davvero poco, quelli passati per la strada dell'antipolitica e arrivati fin qui ad urlare: "tutti a casa, vi mandiamo tutti a casa", manco stessi seguendo, allo stadio, la tua squadra del cuore e quel miracolo che mi aspettavo, io, non l'ho visto.
E si che la folla partecipava entusiasta.
Ma rideva soprattuto alle battute del capo comico, ai nomignoli dati agli avversari, ai vaffa a cui veniva mandato questo e quello e rispondeva agli incitamente di chi guidava gli applausi.
E si che ha fatto tutto senza andare in tv.
Ma dal palco non faceva altro che dire: "le tv sono tutte qui", "facciamogli vedere a questi della tv, quanti siamo e quanto siamo incazzati", "le tv vi stanno inquadrando, mostrate quanto siete belli".
E si che dietro c'è una squadra piena di vera competenza.
Ma quando ongi quando un candidato prendeva la parola, dopo aver ripetuto spesso quello che aveva appena detto il capo comico, si affrettava a dire: "ma adesso passo la parola al Capo..."
E si che la democrazia nasce dal basso.
Ma poi dovrebbe volare alto e non privilegiare un mezzo e una parte a cui a quel mezzo c'arriva, perchè la democrazia non dovrebbe essere selettiva, o così selettiva.
E si che andranno in parlamento.
Ma io non vedo l'ora! E speriamo che questa sia l'occasione per dimostrare la forza di un movimento vero, non solo di un gruppo che segue le invettive di un comico incazzato.
E si che hanno convinto tante persone.
Ma non hanno convinto me. Di spettacoli a gratis ne ho visti di migliori.

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11 febbraio 2013


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(Non) Habemus Papam

Morto un Papa se ne fa un altro. 
Così ero abituata. Non si scende dalla croce.
Poi ecco che tutto cambia. Non ci sono più le certezze di una volta. Dovevo aspettarmelo dopo che anche Sentieri ha avuto una fine, niente sarebbe stato più come prima, ma forse questo è troppo.
Dimesso un Papa se ne fa un altro.
Dimesso. Il Papa. Il Papa che non dovrebbe dimettersi mai. 
Dimesso. Non un politico, no perché quelli che dovrebbero dimettersi non si dimettono mai. E potrebbero dimettersi e si sentono un pò Dio, come se fossero unti dal signore, la politca come missione divina. 
Poi il Papa si dimette. E non un Papa qualsiasi. Si dimette il Pastore Tedesco. Quello forte. Quello tutto d'un pezzo. Finisce che lo riscopriamo vecchio, stanco, umano. Non ci sono più i Papi di una volta e per una volta si parla davvero di Papi e non di papi, insomma.
La verità è che sono confusa.
Non da cattolica, ma da laica. 
E più facile che un Papa si dimetta che io prenda la pensione.Una volta non era così. Ai miei tempi c'era il posto fisso, adesso no. Siamo tutti precari. Potere temporale e potere ai temporali. Che poi nevica, Papa dimesso. Già, dice che lo avevano visto un pò dimesso. Un pò?! Ma poi lo ha annunciato in latino. Un Papa vivo che annuncia le proprie dimissioni in una lingua morta. 
Credevo di averle viste tutte e invece no, non avevo mai visto un ex Papa.
Ma non lo troveremo ai giardinetti a dar da mangiare ai piccioni. 
Dio si è fatto uomo. 
L'uomo non si è fatto Dio. L'uomo si è fatto vecchio.
Ma se un Papa può decidere di dimettersi per finire i suoi giorni come meglio crede, io perché non posso fare lo stesso? Perché di questo si tratta: io decido della mia vita e del mio tramonto, a dispetto di tutti gli altri, a dispetto di Dio, anche se a suo cospetto dovrò trovarmi un giorno.
Eppure a me piace l'idea che qualcuno accetti l'idea di diventare vecchio. Un vecchio, che dice: "Sono vecchio, largo ai giovani!" Non in chiesa, ma nella Chiesa.
Benedetto. Che tu sia benedetto.
Abbiate fede, non vi parlerò di fede. Io al dito non ne porto nessuna, forse per questo poco so della materia. Vi parlo di uomini perché sono un'umanista. Cerco di capire l'uomo, quando l'uomo smette di essere Papa e fa un gesto laico. Il dubbio, la paura, gli anni, il corpo cede, la mente vacilla, la lingua sbiascica. Ora so che si può dire: adesso basta.
Bisogna averne memoria.



 

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