9 ottobre 2013


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Lampedusa e i giorni che verranno

Brutta storia quella di Lampedusa, tutti quei cadaveri in fila, tutti quei morti. Immagina la povertà di quei posti per decidere di prendere un barcone e affrontare un viaggio che potrebbe darti la morte, eppure quel viaggio lo fai nonostante il rischio, sperando in un futuro migliore, o anche solo sperando in un futuro, punto. E Lampedusa è la prima terra da raggiungere, lì, piccola, in mezzo al mare. Bisognerebbe aiutarli. Aiutarli a restare in vita. E' una vergogna! Ha ragione il Papa! E' uno strazio, uno scempio che non possiamo più permettere. Nessun altro sbarco come questo, di questo giorno. 

Dobbiamo essere vicini a questi migranti e dobbiamo essere vicini ai lampedusani. Proponiamo il Nobel per la Pace per questa isola martoriata. Firmate tutti la petizione, nel giorno di lutto cittadino nel nostro bel paese. Fermiamoci per piangere quei morti di cui non sappiamo nulla, ma di cui conosciamo la storia. Sempre la stessa, il giorno dopo lo sbarco.
 
Che strazio quelle bare. Questi uomini, queste donne, questi bambini meritano di essere italiani, anche italiani, da morti. I superstiti, invece, sono i clandestini del terzo giorno dopo lo sbarco.
 
Trovano ancora corpi in fondo al mare, le bare aumentano, l'Europa ci ha lasciati soli, l'Europa non fa abbastanza per questa gente. Noi siamo qui, le nostre terre sono al di là del loro mare, ma non possiamo farcela senza uno spirito di cooperazione che vado oltre i confini del nostro paese. Le responsabilità devono essere condivise nel quarto giorno dopo lo sbarco.
 
Dobbiamo cancellare la BossiFini, o almeno modificarla, discuterne, rivederla, correggerla, ormai è chiaro che non ce la possiamo più permettere nel quinto giorno dopo lo sbarco. 
 
Certo la crisi colpisce anche da noi. Anche noi non abbiamo lavoro, anche noi facciamo fatica ad arrivare a fine mese. Stiamo diventando poveri e poi Malta li rifiuta e invece noi andiamo sempre a ripescarli in mezzo al mare, anche il sesto giorno dopo lo sbarco.
 
Che poi, a dirla tutta, questi ci rubano il lavoro, ci struprano le donne, ci vogliono imporre il loro Dio e noi li dobbiamo lasciare fare? Ma perché non vanno in Spagna, in Francia, in Germania? E poi chi è che si dovrebbe vergognare? Non certo io. Io che non voglio che facciano la fame in Italia, io che li rimanderei volentieri da dove sono venuti. Ma non state meglio a casa vostra? Pensassero prima agli italiani, i nostri politici, ai nostri figli, che sono costretti a scappare, ad andare all'estero perché, ormai, questi sono dappertutto: ai semafori per strada, ad ogni angolo con le rose, nei campi a raccogliere la nostra verdura, i nostri pomodori, già nel settimo giorno dopo lo sbarco.

Lampedusa? Che è successo a Lampedusa? Ah, ancora i morti della scorsa settimana? Oggi ci sono Barroso, Letta e Alfano, la passeggiata dei politici, ma vedrai che non cambia nulla. Vedrai che con i giorni non ne parleranno nemmeno più i giornali e, a quel punto, perché dovrei ancora pensarci io?

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