0
commenti

27 settembre 2013


Seguimi su Facebook

La rana e lo scorpione

C'era una volta una rana che si chiamava Letta. La rana che aveva sempre fatto la rana, un giorno pensò di essere diventato un rospo, uno di quei rospi fortunati che era stato baciato e si era trasformato in un principe. A baciarlo, però, non era stato nè una principessa, nè la fortuna, ma un signore anziano, con i capelli bianchi che voleva fare il nonno del paese, ma che in realtà ne era il reggente. A quel re, senza il figlio giusto, serviva un erede a cui lasciare il governo del paese e scelse lui: Letta la rana, che non era rospo e che divenne principe.
Il lavoro era bello duro, ma Letta la rana divenuto principe si mise all'opera: doveva portare il Paese di là, oltre lo stagno della crisi e per farlo aveva bisogno di nuovi amici, fuori dalla cerchia degli amici di sempre, perché gli amici di sempre non erano bastati, non erano stati bravi e non ci avevano creduto.
Si mise all'opera, ma capitò che un giorno tra i nuovi amici si presentò Belusconi lo scorpione, che chiese a Letta la rana di prenderlo sulla schiena e di trasportarlo per portarlo di là, oltre lo stagno della crisi.
Letta la rana temendo di essere punto durante la traversata cominciò a pensarci su, ma Berlusconi lo scorpione lo rassicurò: "Prometto di non pungerti perché se pungo te poi muoio anch'io ed io non posso e non voglio ancora morire e poi dobbiamo stare insieme per la stabilità, il bene del paese perché altrimenti sarebbero vani tutti gli sforzi di re Giorgio che da rana ha voluto farti principe, mentre non eri nemmeno un rospo."
Letta la rana si convinse e si mise in groppa Berlusconi lo scorpione, ma al momento di salire si portò con lui tutti i suoi amici. 
La traversata cominciò e mentre si andava ad un certo punto quelli cominciarono a dire: "Così non va bene, noi non vogliamo più l'Imu, buttiamola nello stagno della crisi per arrivare di là più in fretta." Letta la rana disse: "Non si può!" Allora Berlusconi lo scorpione lo rassicurò: "Se cancelli l'Imu, prometto di non pungerti perché se pungo te poi muoio anch'io ed io non posso e non voglio ancora morire e poi dobbiamo stare insieme per la stabilità, il bene del paese perché altrimenti sarebbero vani tutti gli sforzi di re Giorgio che da rana ha voluto farti principe, mentre non eri nemmeno un rospo."
Letta la rana si convinse e continuò la traversata. 
Ogni tanto ne spuntava una, un desiderio, un'esigenza, una voglia a cui Letta la rana finiva per cedere e come al solito Berlusconi lo scorpione lo rassicurava: "Prometto di non pungerti perché se pungo te poi muoio anch'io ed io non posso e non voglio ancora morire e poi dobbiamo stare insieme per la stabilità, il bene del paese perché altrimenti sarebbero vani tutti gli sforzi di re Giorgio che da rana ha voluto farti principe, mentre non eri nemmeno un rospo."
Letta la rana, però, era sempre più spaventato, e più passava il tempo e più sapeva che non rischiava solo la puntura di Berlusconi lo scorpione, ma di tutti i suoi amici. 
Lo avrebbero punto, non erano amici, non erano uguali, erano nemici, lo erano sempre stati. 
E' nella loro natura.
Letta la rana era sempre più sfiduciato. 
Chi non è nato principe non può essere un principe, soprattutto se non è mai stato un rospo e se non c'è stata nessuna principessa che ti ha scelto. Una rana deve restare rana, così come uno scorpione resterà scorpione. 
E' nella loro natura.
0
commenti

23 settembre 2013


Seguimi su Facebook

Tu chiamale, se vuoi, cavolate

Un uomo ha ucciso un'altra donna. La sua donna. Anzi la sua ex.
L'ha strangolata.
Poi ha chiamato i carabinieri e ha detto: "Ho fatto una cavolata..."

Anch'io ho fatto delle cavolate nella mia vita: ho fatto le scale con la bicicletta; mi sono fatta bionda; ho messo delle scarpe scomodissime un giorno che dovevo stare in piedi tutta la giornata; ho mangiato 3 chili di ciliegie in una sola volta; ho tifato Juventus (ma solo quando c'era Platini); ho scotto gli spaghetti; sono scappata di casa per andare a vedere una partita di pallavolo; sono partita per le vacanze senza aver fatto il pedicure; ho cantato le canzoni di Pupo a squarciagola; ho fatto il bagno dopo aver mangiato; ho bevuto rum di pessima qualità; ho indossato giacche con le spalline negli anni '80; ho dormito scoperta quando faceva freddo; ho messo degli slip rossi la notte di capodanno; ho mischiato l'acqua con il vino buono; ho messo la benzina al posto del diesel nel serbatoio della mia macchina; ho votato Pd.

Si anch'io ho fatto delle cavolate, per questo conosco il reale peso di una cavolata.

Un uomo ha ucciso un'altra donna.
Ha detto di aver fatto una cavolata, perché non conosceva il reale peso di una cavolata. 
Figuriamoci quello dell'amore. 
Figuriamoci quello della vita.


 

Copyright © 2010 Le parole dell'Assurda | Premium Blogger Templates & Photography Logos | PSD Design by Amuki