Caro Babbo Natale,
parecchi dicono che non esisti e che non dovrei scriverti, che dovrei dedicarmi alle cose "serie" e non perdere tempo con i personaggi fantastici. Eppure io non capisco perchè non dovrei credere ad un vecchietto che non si tinge i capelli e la barba, che ascolta e legge chi gli scrive e che prova ad esaudire dei desideri, magari dispensando sorrisi. Decido perciò, di scriverli a te i miei bisogni e le mie richieste. L'alternativa potrebbe essere un altro signorotto anziano, con i capelli finti, i tacchi alti e una statura morale non proprio imponente. Alla tua giacca rossa lui preferisce il doppiopetto, al cappello la bandana, alle renne le escort.
O caro Babbo Natale, di desideri ne avrei tanti.
Vorrei vedere Napoli ripulita dai rifiuti senza dover ascoltare la promessa dell'ennesimo miracolo da compiere nei prossimi tre giorni.
Vorrei che Pompei, dopo essere rimasta in piedi nonostante l'eruzione di un vulcano, restasse in piedi nonostante le infiltrazioni d'acqua dovute all'incuria.
Vorrei un ministro dei Beni culturali che si occupasse dei beni culturali anzichè scrivere poesie e esibirsi come pianista nelle votazioni della camera.
Vorrei un paese in cui la politica si decide alle camere e non nella camera con il lettone di Putin.
Vorrei un paese in cui i giovani si riappriopriassero del loro futuro, manifestando contro quello che non ritengono giusto senza caschi e bastoni, lontano delle zone rosse in cui il potere si rinchiude.
Vorrei gli studenti al Quirinale e i ministri in mezzo ad una strada.
Vorrei frasi responsabili senza proposte che usano la parola "preventivi" con fare fascista.
Vorrei che i genitori non lasciassero a casa i figli, come suggerisce qualcuno, ma che si unissero a loro nella protesta, suonando i clacson ed applaudendo al loro passaggio.
Vorrei delle donne al potere senza la smania dello starnazzo e dell'insulto.
Vorrei che i termini da ricordare di questo anno appena trascorso non fossero solo "Bunga Bunga", "vajassa" e "munnezza".
Vorrei l'Aquila finalmente libera dalle macerie.
Vorrei non sentire parlare di emergenza maltempo quando piove e/o nevica in inverno, così come non vorrei sentir parlare di emergenza caldo in estate.
Vorrei una televisione fatta di riflessione e non di reality e genoflessioni dove nel giorno più corto degli ultimi 400 anni a portare la luce è un piccolo Presidente del Consiglio di questi anni bui.
Vorrei che il primo tg nazionale si occupasse dei fatti e non dei "fattarelli".
Vorrei un'opposizione vera senza gruppi misti creati all'occorrenza per salvare questo o quello dalla sfiducia.
Vorrei che tutte le partite di calcio durassero 95 minuti, e che la zona recupero fosse sempre ricordata come la "zona Cavani".
Insomma vorrei un'Italia più europea e il Napoli (senza spazzatura) in Champions League.
Caro Babbo Natale, per quale delle due cose c'è più speranza?
1 commenti:
brava assurda!! i tuoi racconti mi intrigano sempre piu'
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