Per la festa del primo maggio di quest'anno c'erano un bel po' di persone in piazza.
Quello che continuava a mancare, però, era il lavoro.
Eppure tutti lo cercano, tutti lo vogliono.
E qualcuno ha festeggiato. I lavoratori rimasti.
E tanti non hanno festeggiato. I lavoratori persi per strada.
Gli operai di Termini Imerese.
Le donne del calzaturificio Omsa e quelle della Golden Lady di Gissi.
I lavoratori della Bialetti.
I ferrovieri sulla torre al binario 21.
I lavoratori dell'indotto chimico di Porto Torres.
Gli uomini e le donne di Phonomedia.
Ma la lista potrebbe continuare e continuare e continuare...
Poi gli imprenditori. Quelli che non ce l'hanno fatta.
Quello che si è ucciso con un colpo di pistola, nelle campagne di Mamoiada, in provincia di Nuoro, perché era stato costretto a licenziare i propri figli.
O quello di 52 anni che a Napoli si è lanciato dal balcone.
O quello che si è impiccato a Cepagatti, nel pescarese.
O quello che si è dato fuoco davanti all'agenzia delle Entrate di Bologna.
Ma la lista potrebbe continuare e continuare e continuare...
E poi c'è quello morto schiacciato da un muletto.
Quello che se n'è andato mentre allestiva un palco.
Quello caduto da un'impalcatura mentre si festeggiava il lavoro.
Ma la lista potrebbe continuare e continuare e continuare...
Tutti gli esodati. Quelli che avendo lavorato correvano verso il sogno di una pensione.
Tutti i giovani laureati. Quelli che hanno il sogno di un lavoro oltre lo stage (gratuito).
Tutti gli over 40. Quelli che un lavoro l'hanno avuto, fino alla scadenza di un contratto a tempo determinato.
Tutte le donne. Quelle che sognano un lavoro nonostante vogliano mettere su famiglia.
Ma la lista potrebbe continuare e continuare e continuare...
Per la festa del primo maggio di quest'anno c'erano un bel po' di persone in piazza.
Il giorno dopo ci si chiede cosa festeggiare.
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