23 settembre 2013


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Tu chiamale, se vuoi, cavolate

Un uomo ha ucciso un'altra donna. La sua donna. Anzi la sua ex.
L'ha strangolata.
Poi ha chiamato i carabinieri e ha detto: "Ho fatto una cavolata..."

Anch'io ho fatto delle cavolate nella mia vita: ho fatto le scale con la bicicletta; mi sono fatta bionda; ho messo delle scarpe scomodissime un giorno che dovevo stare in piedi tutta la giornata; ho mangiato 3 chili di ciliegie in una sola volta; ho tifato Juventus (ma solo quando c'era Platini); ho scotto gli spaghetti; sono scappata di casa per andare a vedere una partita di pallavolo; sono partita per le vacanze senza aver fatto il pedicure; ho cantato le canzoni di Pupo a squarciagola; ho fatto il bagno dopo aver mangiato; ho bevuto rum di pessima qualità; ho indossato giacche con le spalline negli anni '80; ho dormito scoperta quando faceva freddo; ho messo degli slip rossi la notte di capodanno; ho mischiato l'acqua con il vino buono; ho messo la benzina al posto del diesel nel serbatoio della mia macchina; ho votato Pd.

Si anch'io ho fatto delle cavolate, per questo conosco il reale peso di una cavolata.

Un uomo ha ucciso un'altra donna.
Ha detto di aver fatto una cavolata, perché non conosceva il reale peso di una cavolata. 
Figuriamoci quello dell'amore. 
Figuriamoci quello della vita.


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