10 giugno 2011


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Referendum si e no. Ma non forse!

Prima i referendum erano quattro. Poi si è detto che sarebbero diventati tre, perché si rinunciava al nucleare senza ricorrere al parere dei cittadini. Poi si è scoperto, o meglio ci è stato detto dal nostro premier, che era tutta una fregatura, perché gli animi erano suscettibili per la tragedia del Giappone e allora era meglio congelarlo il nucleare e rinunciare solo momentaneamente alle centrali, il tempo che la coscienza civile tornasse assopita come sempre. Poi c'è stato un ricorso e la cassazione ha sancito che si votasse per questo referendum e allora i referendum sono tornati ad essere quattro, ma con una modifica al testo. Poi c'è stato un ricorso alla sentenza di cassazione e allora si è temuto che i referendum tornassero tre. Poi c'è stato la sentenza al ricorso e i referendum, ora, sono definitivamente quattro. 
Ci è stato detto che si vota il 13 e il 14 giugno, anzi il 12 e il 13 agosto. Ci è stato detto che i referendum sono inutili, che il voto è politico, che il voto non è politico. Ci è stato detto che noi cittadini siamo liberi di poter decidere se andare o meno alle urne (ma và?!), ma qualcuno ci suggerisce di andare al mare, di stare a casa, di dire si, di non dire no, di non dire nulla. Poi ci è stato detto che mancherà il quorum, poi ci è stato detto che si potrebbe raggiungere il quorum, poi hanno cominciato a votare all'estero, poi forse i voti dei connazionali fuori dall'Italia non valgono (per il nucleare), perché tra le modifiche del quesito dopo i ricorsi ai ricorsi si sarebbe dovuto ricorrere ad una nuova scheda. Ci è stato detto che questo potrebbe modificare proprio quel quorum. Ci è stato detto che Bossi non voterà, che Brunetta non voterà, che Berlusconi non voterà. Insomma quelli eletti in  maniera democratica rinunciano ad esprimersi (lasciando che i cittadini che voteranno si esprimano) democraticamente. Ci è stato detto che questi referendum sarebbero potuti essere accorpati  alle elezioni comunali e provinciali dei giorni scorsi per risparmiare un bel pò di soldi. Ci è stato detto che invece non era il caso. Ci è stato detto di dire si per dire no e di dire no per dire si, manco se i quesiti referendari fossero stati scritti da una donna. Ci è stato detto che Bersani voterà, che Di Pietro voterà, che Fini sarebbe contento se si raggiungesse il quorum. Ma non ci è stato detto nulla dal Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che però discutendo "zitto zitto" con Tremonti e Bonaiuti un pò di tempo fa aveva detto: "È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate. Bisogna uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare nulla..."
Ci hanno detto che bisogna avere fiducia di chi ci amministra. Ci hanno fatto credere che quella fiducia non va mostrata esprimendosi, magari con un no, perché chi non vuole votare si può votare no.  Eppure c'è chi dice che, stavolta, è il caso che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. 
Insomma ci hanno detto di tutto, ma ci hanno informato poco o niente, finché hanno potuto.
In ogni caso, domenica e lunedì potrebbe piovere. Governo ladro!

http://www.referendum-2011.info/

2 commenti:

CosmicMummy ha detto...

ero pronta a leggere questo post con la solita vena polemica con cui ormai prendo tutto ciò che riguarda questo referendum. invece ho trovato un post che mi è piaciuto molto. non so se la pensiamo allo stesso modo sui quesiti (immagino di no), ma quello che è certo è che non ce l'hanno raccontata giusta, ma da entrambe le parti. Berlusconi & co. hanno fatto imbrogli dall'inizio alla fine, ma anche a sinistra hanno strumentalizzato la questione, alimentato la disinformazione, mettendo in giro slogan che travisano il contenuto dei quesiti. i quotidiani poi non approfondiscono mai, ma anzi spesso riportano notizie sbagliate e travisano la realtà. in televisione non ne parliamo: non si è mai sentito un dibattito fra esperti, in compenso Celentano e Beppe Grillo, o la Santanchè, pensano di poterci fare la morale e spiegarci argomenti che NON sono assolutamente di loro competenza. infine, io sono convinta che non sia giusto che la popolazione sia chiamata a prendere decisioni su argomenti così complessi e difficili, su cui anche gli addetti ai lavori sono discordi. le ricadute di queste scelte non sono lampanti e non siamo noi in grado di capirle e prevederle. ma ci hanno chiamati a votare, e io farò il mio dovere. si voti ciò che si vuole ma lo si faccia pensando con la propria testa, e senza prendere per oro colato gli slogan che da mesi ormai (non se ne può più) ci stanno bombardando.

Giacomo ha detto...

Gran bel post. Brava. Divulgo e divulgo. Anche in famiglia.

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