8 agosto 2012


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Tutti i post che non vi ho scritto

Sono senza parole da diversi giorni. Assurdo. Assurda.
Capita. Eppure avrei potuto scrivere. Le idee sono arrivate, le notizie anche, ma le parole passavano, scivolavano via. Pazienza.

Avrei potuto parlare dell'altalena dello spread, oggi su domani giù, dopodomani chissà. Ma la verità è che lo spread è qualcosa che non capisco,  come gli uomini che sono più donne delle donne, come le auto che ti fanno traffico davanti in tangenziale e che poi spariscono, come i temporali d'estate che esplodono d'improvviso anche se fino a cinque minuti prima nemmeno c'erano le nubi.

Avrei potuto parlare delle parole di Draghi, che trainano l'economia, come le favolette raccontate prima di addormentarsi, come le pacche sulla spalla quando ci si impegna in qualcosa, come le braccia tese a cui appoggiarsi mentre si è in caduta. Ma già la seconda volta non gli crede più nessuno.

Avrei potuto parlare delle Olimpiadi. Della regina Elisabetta che fa la Bond Girl, della Pellegrini che fa il fantasma di se stessa, di tutto il nuoto che fa acqua, delle donne del fioretto che mettono i brividi, degli uomini che le seguono a ruota, e gli sciabolatori che non deludono, e le carabine che sparano medaglie, di Bolt che è stato talmente veloce, ma talmente veloce che... chi l'ha visto?!

Avrei potuto parlare di ogni medaglia vinta e di ogni medaglia persa. Quella persa della Cagnotto per solo venti centesimi di punto, che poi che saranno mai venti centesimi di punto? Uno schizzo d'acqua zampillato fuori dal seminato? Quella della Ferrari, che arriva a pari merito con la terza, ma  il regolamento ti nega la medaglia di bronzo.

Avrei potuto parlare di Vendola, che si mette con Bersani, che vorrebbe stare con Casini, che lascia Di Pietro, che occhieggia Grillo, che sbraita contro l'ostentazione del nazionalismo attraverso lo sport all'ombra del Big Ben.

Avrei potuto parlare di Lele Mora. Dello stress da detenzione forzata, perché San Vittore non è il migliore albergo di San Vincent, dei chili persi perché il purè della mensa del penitenziario non è certo il caviale servito a bordo piscina al Billionaire. Che poi ha anche chiuso il Billionaire.

Avrei potuto parlare del doping e della delusione per Alex Schwazer. Poi ho visto la sua intervista, le sue lacrime, la sua sconfitta ed ho deciso che anche i grandi errori meritano rispetto, quando saranno seguiti dai (giusti) provvedimenti. E allora si può anche tacere.

Avrei potuto parlare del caldo. Di Annibale, di Scipione, di Caronte, di Minosse, di Ulisse, di Nerone. Ma sapete cosa? Io dico che è normale che in estate faccia caldo. Così caldo? A volte capita. E continuo a non sopportare i condizionatori. Figurarsi i condizionamenti!

Già, avrei potuto parlare di un sacco di cose, ma non l'ho fatto e non lo farò nemmeno nei prossimi giorni. Parto, stacco, vado, cammino. Mi prendo tempo, il mio tempo, un tempo lento. Proprio io che vado come un treno o come una lepre, quando rallento. Almeno così mi hanno detto. Stavolta no. E quando sarò stanca mi fermerò, perché è solo di me che dovrò occuparmi. E chissà cosa troverete nei prossimi giorni su questo blog. Forse nulla, perché sarebbe bello anche non avere l'ansia da connessione. O forse tracce e tappe del mio cammino, delle mie soste, aneddoti dei chilometri che macinerò. E qualsiasi cosa, forse, avrà ben poco a che fare con l'attualità, ma aiuterà la fantasia.

Buone vacanze a tutti!

3 commenti:

Milena ha detto...

te l'avevo detto qnd ti ho incontrata a Suello...SEI UNA FIGAAAAAAAAA!!!!! :) MI PIACE IL TUO MODO DI SCRIVERE! ;)
Milena

Serena Prinza ha detto...

Te l'ho detto quando ci siamo incontrate a Suello... esagerata!!! :) Grazie Milena! hai uno Spri(n)tz pagato! ;)

Anonimo ha detto...

Bentornata. Spero ti sia riposata davvero e preso una pausa dal mondo reale.
Teresa d. (nuove nonne crescono...)

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