8 marzo 2011


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Questa festa è una tragedia

La giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. 

In questa data, secondo una diffusa credenza, vi sarebbe stato l'incendio in una fabbrica di New York nel quale morirono 129 operaie donne. In realtà  l'incendio della fabbrica di Triangle avvenne il 25 marzo del 1911.
In Italia fu l'UDI, Unione Donne Italiane, a prendere l’iniziativa di celebrare l’8 marzo a partire dal 1945.

Poi ci furono le grandi rivendicazioni e le grandi battaglie con grandi vittorie.
Poi ci fu l'uguaglianza raggiunta e mai arrivata, per cui gli stipendi delle donne sono sempre più bassi di quelli degli uomini e i posti di vertice occupati sono sempre pochi.
Poi ci furono e ci sono quelle che "io non festeggio la festa delle donne perché non dobbiamo essere festeggiate un solo giorno l'anno", poi ci furono e ci sono quelle che "io festeggio perché almeno ci festeggiano un giorno all'anno". 
Poi ci sono state  e ci sono ancora (?!) quelle che "io vado in discoteca con le amiche e mi godo uno spogliarello maschile senza il fidanzato", poi ci sono quelle che "che palle sta festa delle donne in giro con le amiche che vogliono vedere uno spogliarello maschile".  
Poi ci sono quelle che "stiamo diventando peggio degli uomini perdendo di vista il nostro ruolo di donne, madri, mogli", poi ci sono quelle che "stiamo diventando peggio degli uomini che ci vorrebbero solo nel nostro ruolo di madri e mogli".
Poi ci sono quelle che "non uso il mio corpo perché ho un cervello" e quelle che "uso il mio corpo perché non ho un cervello" e poi quelle che "uso il mio corpo perché ho un cervello". 
Poi ci sono quelle che vorranno delle mimose e quelle che non vorranno delle mimose. Poi ci sono quelle che riceveranno delle mimose e quelle che non riceveranno delle mimose.
Poi ci sono quelle del "se non festeggiamo ora, quando?" e quelle del "se non l'abbiamo fatto sino ad oggi perché ora?"
Poi ci sono le vecchie puttane e le nuove escort e quelle che tra queste restano normali, disorientate, smarrite, amareggiate, indignate. 
Poi ci sono quelle di cui si è parlato e quelle di cui non si parla mai.
Poi ci sono le sante. Poi ci sono le stronze. La donna in carriera e la casalinga. Quella che domani sarà scavalcata da un tacco più alto e che dopo domani scavalcherà con un tacco ancora più alto e quella che continuerà ad indossare scarpe da ginnastica.

Poi ci siamo noi, perché sempre di noi si tratta.
Noi che dovremmo ricordare che la giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo.
Una festa. Questa è la tragedia.

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