26 aprile 2012


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Sarebbe una Liberazione

Il 25 aprile è una delle feste che preferisco. E' la festa che preferisco perché dentro di sé ha qualcosa di grandioso, qualcosa di potente. Uno slancio verso un futuro che sarebbe stato migliore, uno slancio verso un futuro per cui è sembrato giusto anche morire. C'era tanto di buono nell'idea di volersi liberare da una forma di oppressione che era diventata il regime fascista. Quello fu l'inizio di una storia che fece questo paese migliore finchè non diventammo peggiori. Peggiori di chi si era battuto in nome della libertà. Peggiori come siamo oggi, perché io non lo so cos'è successo al nostro paese, quando è diventato così cinico, ma so solo che siamo diventati peggiori e so che non siamo liberi. Per questo dobbiamo ricordarci di festeggiare il 25 aprile e dobbiamo ricordarci che liberarsi è possibile e allora forse dovremmo ricominciare a scegliere cosa tenere e a cosa dire basta. Io, ad esempio, vorrei liberarmi di quegli uomini e quelle donne prestati alla politica come se la politica fosse solo uno stipendio da ottenere in cambio di un non saper far nulla; vorrei liberarmi di quegli imprenditori che hanno impoverito il lavoro ed i lavoratori non solo per seguire la logica del profitto, ma quella peggiore dell'arricchirsi; vorrei liberarmi dell'idea di essere giovani a 40 anni in un paese governato da vecchi; vorrei liberarmi dagli evasori che sono là fuori e dall'evasore che è dentro di me, che mi sento onesta; vorrei liberarmi dall'idea che qui non si può crescere se non conosci qualcuno o se non ti fai crescere le tette; vorrei liberarmi dai finti pretesti che ci mettono nelle mani dei tecnici per uscire dalla crisi e per riguadagnare credibilità; vorrei liberarmi di quella classe politica che ha alimentato l'anti politica arricchendo le proprie tasche con la scusa di averlo fatto a propria insaputa; vorrei liberarmi dai nuovi fascisti che non conoscono e riconoscono il peso ed il valore della storia; vorrei liberarmi dall'idea che vivrei meglio in un altro paese, diverso da questo, diverso dal mio, semplicemente perché lì avrei non solo dei diritti, ma delle opportunità; vorrei liberarmi dalla paura del precariato e vorrei liberarmi dalla fortuna di un contratto a tempo indeterminato, come se fosse una sorta di miracolo a cui non poter rinunciare; vorrei liberarmi dall'idea che il mio stipendio sia così basso e non basti mai se c'è un mutuo e delle bollette da pagare; vorrei liberarmi dall'idea che la camorra, la mafia, la ndrangheta non esistono e poter dire che anche i politici diventano collusi con quel potere che non esiste e che quando questo succede devono essere sostituiti e allontanati dalla cosa pubblica, perché la cosa pubblica è anche mia ed io non voglio avere nulla a che fare con la camorra, la mafia, la ndrangheta, perché io so che esiste; vorrei liberarmi dall'idea che tanto sono tutti uguali; vorrei liberarmi dei tesorieri che gestiscono tesori laddove non dovrebbe esserci nessun tesoro; vorrei liberarmi di un economia che non fa economia; vorrei liberarmi di quelle barriere costruite per renderci diversi; vorrei liberarmi della parola cassa integrazione, della parola secessione, della parola nucleare, dell'espressione bunga bunga; vorrei liberarmi della compravendita dei parlamentari; vorrei liberarmi dell'idea che non posso liberarmi. Vorrei tornare ad essere partigiano.

3 commenti:

-- DavideVsGolia -- ha detto...

Bellissimo articolo.

Anonimo ha detto...

Bravissima Serena. Io mi vorrei liberare dall'angoscia di aver lasciato a questi "ottusi" la libertà di mal-governare il mio paese. E dalla triste consapevolezza di esserne colpevole. Anche nel blog "Fashio&Life" anter, ho auspicato a una nuova resistenza per liberarci dalla politica economica che ci sta distruggendo. Ma con poche parole, io dovrei parlare di moda, ma quanto mi costa in questo periodo essere frivola...
Teresa d.

Serena Prinza ha detto...

Grazie x i complimenti, anche se arrivano sempre sui post venuti fuori quasi per rabbia e che, per questo, non avrei mai voluto scrivere.
Teresa credo che per te parlare di modo non sia un argomento frivolo, ma sia fare il tuo lavoro e farlo con passione e anche questo aiuta questo paese ad andare avanti.

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