Una giornata come un'altra. In fila per comprare un biglietto della metro. Due persone litigano. Un ragazzo 20enne romeno e una ragazza 32 anni, romana. Lei dice a lui: “ma che cazzo vuoi, cose ci fai qui nel mio paese”. Il litigio è per motivi futili, ma lui si sente aggredito. Camminano a fianco, continuano a volare parole “grosse”, poi si fronteggiano e lui sferra un pugno. Lei cade a terra. Lui va via, come se non fosse successo nulla. Qualcuno lo ferma, chiede spiegazione, lo riporta dinanzi a quel corpo che continua a giacere per terra.
Il fatto diventa notizia. La donna è in coma per un pugno. C'è un video. L'indifferenza della gente che non si cura di quello che accade, che ci mette troppo ad accorgersi di quella donna a terra. Una telecamera che ci mostra quanto sia facile non vedere.
Tutti avranno un opinione sul fatto: il ragazzo 20enne è un violento romeno. La ragazza è una donna di soli 32 anni, romana. Loro non dovrebbero stare qui. I motivi per semplificare sono lì a portata di mano. Non è un fatto di razzismo, però...
La donna dopo alcuni giorni in coma muore. C'è un altro mostro a portata di mano. Violento e straniero. Sono tutti schierati dalla parte giusta. Lui finisce in carcere. Quando le forze dell'ordine vanno a prelevarlo, il pubblico applaude soddisfatto. La classe politica è compatta, tutti a condannare, indecisi solo su quanto dura dovrà essere la pena. Magari è una buona occasione per tornare a parlare di pena di morte, per far leva sul sentimento di paura. Noi, loro. Italiano vittima dello straniero cattivo.
La cronaca nera dà una mano a orientare l'attenzione. In questo giorni fa comodo.
Cazzo, lui è romano e lei è romena! Sarebbe potuta andare meglio...
Per fortuna è cominciato il grande fratello. Potremmo parlare di questo. Si dice che quest'anno nella casa ci sia il figlio di un camorrista. Chissà se si sarà presentato dicendo: "Mi manda papà!"?
Il fatto diventa notizia. La donna è in coma per un pugno. C'è un video. L'indifferenza della gente che non si cura di quello che accade, che ci mette troppo ad accorgersi di quella donna a terra. Una telecamera che ci mostra quanto sia facile non vedere.
Tutti avranno un opinione sul fatto: il ragazzo 20enne è un violento romeno. La ragazza è una donna di soli 32 anni, romana. Loro non dovrebbero stare qui. I motivi per semplificare sono lì a portata di mano. Non è un fatto di razzismo, però...
La donna dopo alcuni giorni in coma muore. C'è un altro mostro a portata di mano. Violento e straniero. Sono tutti schierati dalla parte giusta. Lui finisce in carcere. Quando le forze dell'ordine vanno a prelevarlo, il pubblico applaude soddisfatto. La classe politica è compatta, tutti a condannare, indecisi solo su quanto dura dovrà essere la pena. Magari è una buona occasione per tornare a parlare di pena di morte, per far leva sul sentimento di paura. Noi, loro. Italiano vittima dello straniero cattivo.
La cronaca nera dà una mano a orientare l'attenzione. In questo giorni fa comodo.
Cazzo, lui è romano e lei è romena! Sarebbe potuta andare meglio...
Per fortuna è cominciato il grande fratello. Potremmo parlare di questo. Si dice che quest'anno nella casa ci sia il figlio di un camorrista. Chissà se si sarà presentato dicendo: "Mi manda papà!"?
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