21 giugno 2011


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Nocera Inferiore non è mica Atene!

Qui ad Atene facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene facciamo così.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come atto di privilegio, come una ricompensa, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è di buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così. (*)

Qui non siamo ad Atene, ma a Nocera Inferiore.
Qui a Nocera votiamo, per essere uguali agli altri e per usufruire della democrazia come in qualsiasi altro paese.
Qui eleggiamo il consiglio comunale e un sindaco, ma capita che la maggioranza abbia un colore e il sindaco un altro.
Proviamo a fare chiarezza: alle scorse amministrative si presentano tre candidati: Adriano Bellacosa, per il Pdl e diverse liste civiche; Manlio Torquato, appoggiato da Fli, Udc e alcune liste civiche e Felice Ianniello, per il Pd, Idv, Sel e altre liste.
Al primo turno il Pdl con le sue liste raggiunge il 58% con conseguente maggioranza assoluta di 15 seggi su 24, ma il candidato Adriano Bellacosa si ferma al 47%. Si va al ballottaggio. Bellacosa sfida Manlio Torquato (la sua coalizione aveva ottenuto 6 seggi) e perde. Torquato diventa sindaco superando il 56% delle preferenze. Gli elettori scelgono lui, ma il Pdl no.
Al primo consiglio comunale Bellacosa Adriano, Spinelli Federico, Giordano Giancarlo, Rosati Giovanni, De Vivo Luigi, Della Porta Alfonso, Siciliano Eugenio, Caliendo Luisa, Cuomo Antonio, Barba Pasquale, Barile Chiara Francesca, De Prisco Francesco, Alfano Antonio, Iannotti Vincenzo, Giordano Renato, consiglieri di maggioranza (o di opposizione?) sfiduciano il sindaco, ancor prima che che si comincino i lavori con la seguente motivazione: il sindaco propone una giunta troppo politica e poco tecnica. Manlio Torquato sarà molto probabilmente il sindaco dal mandato più breve della storia d'Italia.
Succede così che 15 consiglieri eletti dai cittadini, stracciano il voto di 15.059 elettori, che forse confondendo la politica con il calcio, dopo la promozione, sono diventati elettori di serie B, consegnando di fatto la città ad un possibilissimo nuovo commissariamento.
Prima però si fa in tempo a votare un punto dell'ordine del giorno voluto dal Pdl: la partecipazione del comune di Nocera Inferiore alla costituente regione autonoma del "Principato d'Arechi".
Qui non siamo ad Atene, ma a Nocera Inferiore.
Noi siamo 15 consiglieri di maggioranza (o di opposizione?) e questo sindaco eletto liberamente dei cittadini come in qualsiasi normale democrazia non ci piace. E via!
Noi (del Pdl con le sue liste) a Nocera Inferiore facciamo così.


(*)Brani tratti dal "Discorso agli Ateniesi" di Pericle, 461 a.C.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ottimo post,
l'ironia è sempre l'arma giusta.
ti consiglio di mettere rossonero e serie b nei tag o magari nel titolo se vuoi che qualche nocerino lo legga. :)
sai com'è,
qui siamo a nocera inferiore e pare che ai nostri concittadini dei problemi seri della città non gliene freghi nulla.
Ciao

Serena Prinza ha detto...

Grazie per il consiglio, che, come vedi, non ho esitato a seguire. In bocca al lupo alla città di Nocera Inferiore (che mi diede natali).

Anonimo ha detto...

E' tutto un marciume di uomini e di idee. Non esiste volontà di cercare di fare le cose ma solo di andare contro. E di fare illeciti per arricchirsi... Non ti arrabbiare più di tanto non ne vale la pena. Prima affondiamo e prima ci sarà la vera speranza di un altro domani. Finchè sono in vita questi...

Serena Prinza ha detto...

Non so se essere d'accordo con te, anonimo. Anzi lo so: non sono d'accordo. Io trovo che l'indignazione verso certe cose sia sempre un sentimento nobile, specialmente se genera voglia di fare. Non c'è bisogno di affondare prima di vedere un nuovo domani. Non sempre.
Ed io già provo parecchia vergogna quando mi ritrovo a pensare: "Per fortuna sono venuta via!"

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