2 settembre 2010


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Io sono Sakineh Mohammadi Ashtiani

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: "Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?". Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
(Vangelo di Giovanni 8, 1-11)

Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni, madre di due figli, è detenuta nel braccio della morte nel carcere di Tabriz, nord-ovest dell'Iran.
Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata condannata nel maggio 2006 per aver avuto una "relazione illecita" con due uomini ed è stata sottoposta a 99 frustate, come disposto dalla sentenza. Successivamente è stata condannata alla lapidazione per "adulterio durante il matrimonio", accusa che lei ha negato.
Durante il processo, Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ritrattato una "confessione" rilasciata sotto minaccia durante l'interrogatorio e ha negato l'accusa di adulterio. Due dei cinque giudici hanno ritenuto la donna non colpevole, facendo presente che era già stata sottoposta a fustigazione e aggiungendo di non aver trovato le necessarie prove di adulterio a suo carico. Tuttavia, i restanti tre giudici, tra cui il presidente del tribunale, l'hanno ritenuta colpevole sulla base della "conoscenza del giudice", una disposizione della legge iraniana che consente ai giudici di esprimere il loro giudizio soggettivo e verosimilmente arbitrario di colpevolezza anche in assenza di prove certe e decisive. Giudicata colpevole dalla maggioranza dei cinque giudici, Sakineh Ashtiani Mohammadi è stata condannata alla lapidazione.


Teniamo fuori la religione. Sono solo due storie. Una ricorda l'altra e in una ha vinto la ragionevolezza, mentre per l'altra ancora si combatte e si aspetta. La ragionevolezza, appunto.
Oggi devo essere Sakineh restando me stessa. Ricordando lei e schierandomi al suo fianco.
In nome della ragionevolezza.

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391170&ref=HREC1-2
http://www.repubblica.it/esteri/2010/08/30/news/lettere_a_sakineh-6585448/?ref=HREC1-2

1 commenti:

serenzia ha detto...

Nessuno scaglierà la prima pietra e nemmeno l'ultima. Le autorità iraniane hanno sospeso la sentenza di lapidazione per Sakineh. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri di Teheran.
In nome della ragionevolezza bisognerà adesso battersi per tutti gli altri casi che non conosciamo.

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