7 settembre 2010


Seguimi su Facebook

Politici sopra(f)Fini

Lo ammetto, sono disorientata.

Mirabello è un paesino nell'Emilia Romagna, una regione notoriamente “rossa”. Il sindaco di Mirabello è una donna eletta in una lista civica con un passato a sinistra. Tutto normale e quasi anormale in un paese a destra.

Mirabello su wikipedia non c'è, ma forse ci sarà.Potrebbe esserci dopo il 5 settembre 2010. Potrebbe esserci perchè a Mirabello si è detto che il “PDL non c'è più!” E il PDL su Wikipedia c'è.

Fini, una volta fascista, che fu MSI prima e AN poi, parla a braccio per quasi due ore e punta il dito verso il dittatore comunista: Berlustalin, il capo di un governo di destra.

Fini pronuncia parole strane come integrazione, rispetto, legalità, costituzione, popolo. Le parole che una certa politica, al governo, cercava di farci dimenticare e che una certa politica, all'opposizione, ha dimenticato. Fini pronuncia parole che quelli a sinistra credevano fossero a sinistra. Parole che quelli a sinistra hanno sperato fossero ancora a sinistra. Fini pronuncia parole da oppositore, diventando un oppositore stando in maggioranza. Fini, di questo governo, era un compagno di squadra. Fini adesso sembra solo un compagno. Un traditore per alcuni, il salvatore della Patria per altri. Forse è solo un'alternativa. Forse è l'alternativa. Forse. O forse no.

Quello che è certo è che Fini è un politico, non un imprenditore della politica.

Quello che è certo è che adesso la più grande differenza è tra chi intende la politica come interesse personale e tra chi la intende come un interesse comune. Quello che è certo è che c'è un vuoto in questo Paese e che la vera differenza è tra chi è capace di colmare quel vuoto e chi invece non ci riesce. Quel che è certo è che abbiamo una legge elettorale che è una porcata. Quello che è certo è che alla fine di un discorso politico ti devono tremare le mani dall'emozione e che se chiedi un bicchiere d'acqua quel tremore si vede.

Quello che è certo e che in caso di elezioni potrei cominciare a chiedermi cosa votare.

Il delfino divenne squalo, mentre si apriva la stagione della caccia al voto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Attenzione a quello che dici: quello che è certo è che Fini non è un uomo di sinistra e quelle parole - che tu dici essere di sinistra - sono parole di civiltà che qualunque politico "civile" dovrebbe avere nel proprio vocabolario.
Sono poi i valori, il programma, la visione del bene comune e del Paese a fare la differenza tra 'destra' e 'sinistra' politica. con l'attuale governo siamo in una situazione anomala ma quando questo finirà (se finirà) dovremo, poi, fare i conti con le prospettive di governo, con programmi e proposte e con tutta una serie di cose di cui si dovrebbe poter ricominciare a discutere in parlamento.
Fini è un uomo di destra che sta (improvvisamente! fino a ieri dormiva?!) dicendo cose politicamente sensate.
Se andremo ad elezioni democratiche, un giorno, mi piacerebbe vedere un dibattito tra lui e Vendola, e poi mi dirai chi è che propone un governo di sinistra... ;-)

Simo

Anonimo ha detto...

Giusto! Parliamo di valori, di programmi e di visione del bene comune. Ed in quest’ottica, se penso ad Obama che respinge i clandestini messicani che sbarcano sulle coste della Florida (manco fosse Calderoli su scala planetaria), se penso che a dare finanziamenti alla scuola privata e a precarizzare per primi il mercato del lavoro in Italia son stati i governi di centro-sinistra, mi chiedo: ha ancora senso in questo Paese, e forse anche al di fuori di esso, porre l’accento sulle differenze tra “destra” e “sinistra”? Non è una contrapposizione un po’ stucchevole che rischia di farci perdere di vista il fatto che in Italia da ben 15 anni c’è una emergenza democratica per cui addirittura un settimanale cattolico come “famiglia cristiana” viene messo all’indice? Se lo scenario è questo mi chiedo se ha molto senso continuare ad immaginare un Fini, ed un Vendola necessariamente su fronti opposti riproponendo i soliti e vecchi ideologismi. Magari sbaglio o semplifico troppo, ma vista la situazioni attuale sposterei l’asse della contrapposizione politica sul territorio della legalità e del recupero di un minimo di senso civico e rispetto delle istituzione. Superata questa empasse, si potrà tornare a parlare di “desta” e “sinistra”… forse!

serenzia ha detto...

Due analisi sensate e per quanto sembra che andiate in direzioni opposte il punto di partenza è lo stesso: c'è bisogno di tornare alla politica del bene comune.
Negli ultimi 15 anni sono cambiati i modi, i toni, il linguaggio, i metodi. Le divisioni tra destra e sinistra a volte si sono assottigliate, a volte sono scomparsa, così come è scomparsa una certa sinistra che non è più nelle sedi del potere. Non voglio dare giudizi ma solo fare considerazioni.
Le fazioni si sono trasformate in pro o contro B, impegnato a pararsi il suo.
Se ci andrà bene, qualcosa cambierà. Torneranno certe parole che non stanno nè a destra nè a sinistra, ma che fanno parte della politica. Se si recupera un certo modo di fare allora ritroveremo anche le differenze che ci rendono diversi e avversari (la destra dalla sinistra) e daranno a noi la possibilità di riconoscerci in questo o quello. Fini e Vendola? chissà.

Posta un commento

 

Copyright © 2010 Le parole dell'Assurda | Premium Blogger Templates & Photography Logos | PSD Design by Amuki